Il futuro della Germania? Servizi blockchain per la PA e criptovaluta di stato ancorata all’euro

Con un accordo delle due maggiori forze di governo di centrodestra, CDU e CSU, come riporta l’edizione tedesca di cointelegraph, la Germania dichiara di voler investire pesantemente sia nella blockchain, per la creazioni di servizi destinati alla pubblica amministrazione, sia in una stablecoin di stato ancorata all’euro.

Blockchain e criptovalute in Germania

La notizia proviene dal sito ufficiale dei due partiti, nel quale si può leggere che:

“Il nostro obiettivo deve essere quello di creare un clima generale che favorisca il finanziamento e anche il rafforzamento della competitività internazionale delle giovani imprese. Le start-up hanno bisogno di un solido ecosistema per finanziare la loro crescita”

Ad affermarlo è Tankred Schipanski, portavoce della politica digitale dell’Unione CDU/CSU. Appare chiaro che dietro queste poche righe traspare l’intenzione dei tedeschi di offrire alle proprie startup uno strumento di finanziamento eccezionale come le ICO. Oltre questo l’intenzione dei due partiti di centrodestra è di favorire la diffusione dell’infrastruttura blockchain per migliorare l’efficienza del servizio pubblico in diversi ambiti, dall’archiviazione delle cartelle cliniche alla protezione della privacy dei cittadini. Un aspetto molto interessante dell’apertura delle forze di centrodestra tedesche al mondo fintech riguarda la possibilità di emettere una criptovaluta di stato; secondo gli esperti blockchain del gruppo parlamentare CDU e CSU, infatti, e così come dichiarato da Nadine Schön (vicepresidente del gruppo parlamentare) la Germania dovrebbe prepararsi ad emettere una propria criptovaluta, realizzata sotto forma di uno stablecoin agganciato all’euro, amministrato e regolato dalla banca centrala. La BCE non ha reagito benissimo a queste dichiarazioni e si è rifiutata di commentarle affermando che le dichiarazioni dei singoli partiti dei vari paesi dell’area UE non la riguardano.

In realtà è noto che la banca centrale europea guarda con enorme timore a questi strumenti, che probabilmente finirebbero per ridimensionarne il ruolo, anche per effetto delle pressioni che i francesi stanno facendo per ottenere un quadro normativo a livello internazionale che se non arriverà a vietare completamente l’uso delle criptovalute punta a regolamentarlo in maniera estremamente rigida. In realtà BCE e francesi si trovano dal lato sbagliato della barricata e stanno conducendo una crociata che non potranno mai vincere; ormai la tecnologia blockchain e le criptovalute sono sdoganate a livello internazionale e la scelta non è più se consentirle o vietarle, ma se investirci sopra sin da subito o restare indietro mentre il resto del mondo va avanti. Anche sul piano dei trattati europei nessuno potrebbe impedire ai tedeschi di emettere una stablecoin di stato legata all’euro per il semplice fatto che questa non sarebbe una vera e propria moneta ma un metodo di pagamento; i trattati vietano di emettere monete alternative all’euro, ma non vietano in alcun modo a un paese membro di sviluppare un metodo di pagamento proprio che regoli le transazioni comunque in euro. Ed è proprio questo che fa uno stablecoin, regola le transazioni usando un token crittografato, certo, ma il cui valore resta legato alla moneta di riferimento, cioè l’euro. Con buona pace della BCE e della Francia, quindi, non c’è nulla che possano fare per fermare i tedeschi nel momento in cui dovessero decidere di muoversi in questa direzione. Restano, a questo punto, da fare ancora due riflessioni prima di concludere questo articolo, la prima riguarda il fatto che notizie come questa dimostrano chiaramente come le cripto siano diventate ormai incontrovertibilmente una questione geopolitica (un aspetto della questione che pochi altri oltre noi di ValuteVirtuali si stanno sforzando di esplorare) e, ultimo ma non ultimo, non è possibile evitare di fare un paragone tra Germania e Italia.

Mentre i tedeschi, infatti, puntano sulla tecnologia blockchain per migliorare i servizi della PA e sull’emissione di una stablecoin per ridurre i costi degli utenti e contrastare il riciclaggio di denaro, noi in Italia siamo fermi ai grandi annunci relativi all’assunzione di qualche migliaio di nuovi dipendenti, che peseranno sul bilancio dello stato e non produrranno benefici paragonabili a quelli che produrrebbe un investimento nella tecnologia blockchain, e ai minibot; è francamente deprimente dover leggere che mentre la classe dirigente tedesca pensa all’emissione di una stablecoin il nostro paese ha passato l’ultimo mese a discutere dei minibot o, come li ha definiti confindustria, dei “soldi per il monopoli”. A chi lamenta, neanche a torto, l’eccessivo peso della Germania in Europa, quindi, vorrei fare notare che questa egemonia politica ed economica non potrà mai essere messa in discussione se i tedeschi spingono sull’innovazione mentre i francesi tirano il freno e gli italiani si ostinano a coprirsi di ridicolo nel mondo; chi segue il dibattito pubblico sulle questioni economiche, infatti, sa benissimo che questa storia dei minibot a livello internazionale è stata accolta come una specie di barzelletta. L’egemonia tedesca in europa, per concludere, non dipende certo, come qualcuno si ostina a sostenere, dalla moneta comune ma dal fatto che la Germania dimostra sistematicamente di avere una classe dirigente infinitamente più preparata e competente non solo di quella italiana ma anche di quella francese.

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