Nel corso della diciannovesima conferenza internazionale sull’antiterrorismo il sottosegretario al Tesoro USA (Sigal Mandelker) ha sostenuto che le criptovalute rappresentano la nuova frontiera del finanziamento al terrorismo; a ben vedere chi fa terrorismo (e spaccia bufale all’opinione pubblica) è proprio Mandelker e non ci vuole neanche tanto a dimostrarlo.
Nuova frontiera per il finanziamento con le criptovalute
Per prima cosa è proprio il sottosegretario ad ammettere che attualmente il grosso del finanziamento avviene in contanti, di conseguenza Mandelker non fa altro che ammettere l’inadeguatezza delle misure già in uso per contrastare il fenomeno e non si capisce perché si preoccupi dei rischi potenziali che, in un prossimo futuro, possono derivare dalla diffusione delle criptovalute dal momento che già col sistema attuale gli stati non sembrano essere capaci di bloccare il terrorismo internazionale e anzi, a ben vedere, strumentalizzano il problema per ridurre le libertà individuali dei cittadini e sdoganare lo spionaggio di massa. In un contesto in cui gli stati usano la scusa del terrorismo per mettere sotto controllo milioni di persone (è di qualche giorno fa la scoperta da parte di AdaptiveMobile Security di un bug sulle schede sim usato dai governi per spiare i telefoni delle persone in almeno 30 paesi nel mondo) appare chiaro a chiunque come la crittografia sia l’ultima difesa della società civile contro la degenerazione dei sistemi democratici in regimi distopici degni di un libro di Orwell. Il sottosegretario è poi passato, in perfetto stile statunitense, alle minacce che, però, appaiono chiaramente essere fatte a vanvera nel momento in cui ha sostenuto che:
“In assenza di garanzie adeguate per mantenere le nostre nazioni e le nostre comunità al sicuro da terroristi, regimi canaglia e altri che ci minacciano, gli Stati Uniti lavoreranno con i governi di tutto il mondo per assicurarsi che le reti non conformi e le fintech non sopravvivano.”
Peccato solo che se avessero avuto la possibilità di sopprimere bitcoin (o altre monete decentralizzate) i governi di mezzo mondo (non solo gli USA) l’avrebbero già fatto tempo fa; insomma Mandelker ha puntato una pistola scarica alle tempie della comunità che però si è così abituata ormai a questa manfrina da rispondere sistematicamente facendo spallucce. C’è poi un’altra cosa che fa scadere francamente il sottosegretario al tesoro nel ridicolo ed è che proprio gli USA sono essi stessi uno stato canaglia che finanzia il terrorismo globale; senza scadere nel becero complottismo anche i sassi sanno, giusto per fare un esempio, che furono proprio gli americani ad armare e finanziare i talebani afgani negli anni ‘80 perché frenassero l’avanzata dell’esercito russo, solo che all’epoca i talebani non li chiamavano terroristi ma “combattenti per la libertà”.
Tra i finanziatori internazionali del terrorismo, per fare un altro esempio, c’è poi l’Arabia Saudita, solo che in questo caso non viene definita “stato canaglia” ma “partner commerciale”; siamo tutti così abituati a vedere i governi americani giocare con le parole che nemmeno gli diamo più retta, fuori dai salotti televisivi tutti sappiamo come stanno realmente i fatti. Le affermazioni di Mandelker non avrebbero meritato alcuna copertura da parte nostra e degli altri siti di settore visto che appaiono chiaramente sconclusionate, tuttavia ho voluto cogliere l’occasione per screditare in maniera rigorosa i deliri statunitensi sulle criptovalute e il terrorismo anche perché, ad essere sincero, mi pare che tutti gli altri siti del settore si siano limitati a dare copertura alla notizia senza permettersi minimamente di entrare nello specifico e di dimostrare come, quanto e perché le affermazioni di Mandelker siano semplicemente deliranti.
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