Bitcoin esce dal ciclo ribassista, media e istituzioni ricominciano a spargere FUD

Per certi versi è ormai un classico, forse non sarebbe nemmeno il caso di affrontare la cosa in un articolo, se non fosse che negli ultimi giorni di notizie chiaramente collocabili nell’ambito del FUD ne sono uscite parecchie. Sfruttiamo quindi l’occasione per fare un compendio di quelle che sono le solite mistificazioni che media e istituzioni fanno sistematicamente quando si parla di bitcoin e criptovalute. Ultimo in ordine di tempo un documento della BCE in cui non si perde occasione per screditare questa tecnologia; nel rapporto soprannominato “Crypto-Assets: implicazioni per la stabilità finanziaria, la politica monetaria, i pagamenti e le infrastrutture di mercato” la BCE esamina il potenziale impatto delle valute virtuali sugli sviluppi economici e sulla politica monetaria.

Bitcoin esce dal ciclo ribassista

Nel documento, che è un compendio di sfondoni degno di essere studiato per capire il livello di incompetenza delle istituzioni comunitarie, si afferma sostanzialmente che le criptovalute non soddisfano le funzioni di denaro. Per quale motivo? Perchè sono volatili. Già, le criptovalute sono volatili, ma io potrei sostenere che anche le valute FIAT non rispondono alle funzioni di denaro perché sono soggette all’inflazione. Basta fare un salto in Venezuela o in Argentina per vederlo; le valute FIAT si fondono sulla fiducia, che però costruisce equilibri precari, che possono infrangersi in qualunque momento a seguito di scelte di politiche monetarie sbagliate o in conseguenza alla speculazione internazionale. Il fatto, ad esempio, che per mezzo della speculazione internazionale si possano mettere in ginocchio interi popoli non definisce bene l’inadeguatezza delle valute FIAT così come sono oggi?

Sostanzialmente la BCE sostiene che io come cittadino non dovrei fidarmi delle criptovalute perché sono volatili, ma dovrei fidarmi delle istituzioni economiche, che negli ultimi 30 anni hanno inanellato una quantità esorbitante di errori. Come ho già avuto modo di scrivere in altri articoli oggi una persona intelligente vede molto chiaramente che, in un’ottica di lungo periodo, bitcoin è una valuta più affidabile dell’euro; l’euro infatti è una sovrastruttura politica, anche molto fragile di questi tempi, nata sulla base di scelte politiche che può facilmente collassare su se stesso nel momento in cui il vento della politica cambia direzione, come infatti oggi sta accadendo. Il fronte anti-europeista sta crescendo in maniera sempre più evidente, perché mai io dovrei accumulare i miei risparmi in una moneta che potrebbe morire da un momento all’altro? Vero che la volatilità spinge i prezzi di bitcoin in alto e in basso, ma in un trend di lungo periodo che continua ad essere rialzista. La stabilità dell’euro, che la bce ama ostentare, è apparente, perché basterebbe che uno dei paesi più influenti dell’area euro (Francia, Germania, Italia) decidessero di voler abbandonare il sistema (come fatto dagli inglesi, che pure non sono mai entrati nella moneta unica) per far collassare tutto il sistema su se stesso. In questo momento, quindi, l’euro appare una moneta estremamente più fragile di bitcoin, questo è un fatto non un’opinione. Il report della BCE continua affermando che il problema delle criptovalute è che ancora pochi commercianti accettano questo metodo di pagamento, ma questo è vero solo in parte; intanto perché sempre più aziende accettano criptovalute come pagamento (ed ogni mese che passa diventano di più) ed in secondo luogo perché le criptovalute possono essere spese comunque presso qualunque attività commerciale grazie alla conversione istantanea in valuta FIAT, un servizio che sempre più intermediari iniziano ad offrire. Io posso spendere, in altre parole, i miei bitcoin per andare a mangiare al ristorante anche se il ristoratore non ha la minima idea di cosa siano i bitcoin e non li accetta come forma di pagamento; mi basta usare una carta ricaricabile in bitcoin e pagare come con una qualunque altra carta strisciando sul POS. Il reporto della BCE prosegue poi portando acqua al proprio mulino e sostenendo che non sia possibile l’esistenza di una moneta che non sia sostenuta dalle istituzioni, che è un po’ come se io dicessi alla mia compagna, dopo che mi ha lasciato, che non può sopravvivere senza di me.

Per quanto le istituzioni continuino a ripetere, e a ripetersi, di essere indispensabili sempre più persone ormai hanno smesso di vederla in questo modo; sempre più persone nel mondo sono convinte che una moneta non abbia bisogno di una banca centrale per esistere, sempre più persone sono convinte che si possano gestire sistemi complessi in maniera decentralizzata e stanno rimettendo in discussione il senso stesso delle istituzioni. Ovvio che quelle stesse istituzioni tentino di difendere se stesse strenuamente, rivendicando di essere indispensabili, ma resta il fatto che a questa favola sempre più persone stanno smettendo di credere; citando matrix potrei dire che i popoli si trovano di fronte una scelta, continuare a vivere in un sogno in cui le istituzioni sono non solo utili, ma proprio indispensabili, nonostante l’enorme quantità di errori e di danni che hanno prodotto negli ultimi decenni, o scegliere di svegliarsi da questo sonno della ragione e realizzare finalmente che per gestire la complessità non abbiamo alcun bisogno di strutture gerarchiche e istituzioni ma ci bastano strumenti che ci permettano di gestire il consenso in maniera decentralizzata. A te la scelta, quindi, caro lettore, cosa scegli? Pillola rossa o pillola blu?

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