Man mano che l’industria crittografica cresce, inevitabilmente, si moltiplicano i tentativi di truffa che, come illustrato da Chainalysis in un rapporto diffuso recentemente, nel corso del 2019 hanno mandato in fumo la bellezza di oltre 4.3MLD di dollari; la società di analisi ha evidenziato come gran parte degli scam fossero collegati a schemi ponzi, del tipo PlusToken e OneCoin. Il rapporto evidenzia come il grosso della cifra emersa dall’analisi sia riconducibile praticamente a due grandi schemi ponzi, senza i quali la cifra sarebbe stata molto più modesta; i truffatori, riferisce Chainalysis, sfruttano l’hype generato dall’industria crittografica e la credenza diffusa, tra coloro che si avvicinano per la prima volta a questi strumenti, che attraverso le criptovalute ci si possa arricchire facilmente e velocemente. Una credenza, aggiungo io, che è stata costruita anche grazie agli articoli pubblicati dai media mainstream che mentre con una mano continuano a spargere FUD come se non ci fosse un domani, con l’altra pubblicano tonnellate di articoli clickbait in cui riportano storie (sulla cui veridicità personalmente nutro spesso fortissimi dubbi) di ragazzini ancora pre-adolescenti che sono diventati milionari investendo poche decine di dollari della paghetta di papà. Il rapporto della società d’analisi, però, non è così catastrofico come potrebbe sembrare, il numero di truffe e la quantità di denaro sottratta agli investitori nel corso del 2019 è stata comunque inferiore al 2018, per cui la sensazione è che gli investitori stiano diventando più accorti.
Gli schemi Ponzi, nella loro semplicità, sono delle truffe abbastanza subdole perché offrono rendimenti ingenti e fuori misura per coloro che investono convincendo le vittime a investire somme sempre più ingenti nella speranza di fare il colpo della vita; in realtà tali rendimenti sono pagati semplicemente restituendo alle persone i loro stessi soldi. In pratica io prometto un rendimento del 5% su base mensile e l’investitore, cauto in una prima fase, mi affida, per esempio, 1000$ per vedere se rispetto le aspettative; usando quegli stessi 1000$ il truffatore può restituire 50$ ogni mese all’investitore per un periodo di tempo di venti mesi. Quello che succede è che molto prima che i 1000$ iniziali si esauriscono il truffatore conquista la fiducia dell’investitore che inizia a versare somme sempre più ingenti e fa girare la voce tra i propri conoscenti; il volume di denaro, quindi, cresce vertiginosamente ed esponenzialmente, fino a quando i truffatori spariscono portandosi via il malloppo. Questa truffa, geniale nella sua semplicità, fu inventata, guarda caso, da un italiano (Carlo Ponzi) Nato a Lugo, in provincia di Ravenna, il 3 marzo del 1882 ed emigrato negli USA il quale nel 1920 in appena quattro mesi riuscì a passare da una cifra di appena 5000$ (comunque ragguardevole per quegli anni) alla cifra astronomica di 420.000$; da allora lo schema Ponzi è diventato una delle truffe più famose e utilizzate in tutto il mondo, tanto che ancora oggi continua a mietere vittime nonostante sia un meccanismo ampiamente noto.
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