Un quadro normativo più rigido per le criptovalute e un giro di vite sul denaro sporco in UK

Il governo inglese intende colpire duramente attività illegali come il riciclaggio di denaro, le frodi e la corruzione, attraverso un piano ad hoc studiato dai ministri dell’economia e degli interni; l’idea è quella di aggredire le attività economiche criminali attraverso una maggiore cooperazione tra governo, forze dell’ordine e privati cittadini. Tendenzialmente sarebbe una buona notizia, anzi, verrebbe quasi da dire che era anche ora, se non fosse che, essendo un po’ maliziosi, verrebbe quasi da credere che questo piano d’azione sia in realtà una specie di copertura per giustificare un giro di vite normativo per quel che riguarda le criptovalute; immancabilmente, infatti, nel comunicare la nuova linea politica del governo UK, si è fatto chiaramente riferimento alle cripto che, nelle intenzioni dei ministri coinvolti, dovrebbero essere oggetto di un quadro normativo particolarmente rigido.

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Normativa più rigita per le criptovalute in UK

Come diceva qualcuno, dal momento che a pensar male si fa peccato ma molto spesso ci si prende, viene quasi da pensare che alla fine di tutti i conti attività come corruzione e riciclaggio di denaro proseguiranno nel regno unito come hanno sempre fatto, mentre a rimanere col cerino in mano saranno i cittadini che vorranno investire in criptovalute e che si troveranno, con ogni probabilità, sommersi dalla burocrazia. Restano comunque pesanti dubbi anche sulla bontà del piano elaborato dal governo, dal momento che lo stanziamento previsto è di appena 6,5mln di sterline (una miseria), da dividersi tra ben sei diversi gruppi bancari: Barclays, HSBC UK, Lloyds Banking Group, Nationwide, RBS e Santander UK. Altra cosa che lascia perplessi è il motivo per cui si sono scelti solo questi sei istituti di credito e non si è fatto un investimento di carattere sistemico, magari per potenziare gli strumenti a disposizione di inquirenti e investigatori. Il cancelliere Hammond, commentando la notizia, ha avuto modo di dichiarare che:

“Il Regno Unito ha un sistema inadeguato per combattere il riciclaggio di denaro sporco e troppe persone continuano ad essere vittime di frodi. Dietro al riciclaggio di denaro si celano crimini di ogni tipo, dallo spaccio di droga alla schiavitù moderna, che minano alle fondamenta la fiducia delle persone nel nostro sistema finanziario e incidendo sulla crescita economica. Mettendo insieme tutte le forze del paese possiamo affrontare meglio il flagello del denaro sporco e garantire che il Regno Unito continui a essere uno dei luoghi più sicuri al mondo per investire e fare affari.”

Al netto dei toni vagamente apocalittici usati dal governo sembra quanto meno atipico che questo tipo di decisioni vengano prese proprio ora, dopo decenni di stasi e il dubbio che la vera volontà del governo sia di colpire le cripto è più che legittimo; del resto con l’aggravarsi di quel “pasticciaccio brutto” che si sta rivelando essere la brexit e i timori per una possibile svalutazione monstre della sterlina che si fanno più insistenti, chiunque può capire come il governo inglese sia preoccupato principalmente dal rischio che i cittadini decidano di comprare bitcoin a mani basse nel tentativo di tutelarsi dall’eventuale crollo della sterlina.

Bisogna poi considerare che la grande criminalità si definisce “organizzata” mica per caso, ma perché recluta al proprio interno professionisti abilissimi, avvocati, commercialisti, fiscalisti, che conoscono benissimo il proprio lavoro e sanno bene come fare a far girare il denaro; senza entrare troppo nel merito, non è mia intenzione dare idee a qualche malintenzionato, esistono un’infinità di modi per riciclare grandi volumi di denaro in tutta sicurezza. Tra i più efficienti, ad esempio, c’è quello di investire i proventi illeciti in attività perfettamente legali, cosa che consente ai criminali di eludere larga parte dei controlli che le autorità possono porre in essere. Staremo comunque a vede come evolveranno le cose, al netto dei grandi annunci governativi, però, la sensazione, come detto, è che la vera volontà del governo inglese sia di mettere il bastone tra le ruote ai cittadini che vogliono diversificare i propri risparmi investendo in bitcoin e criptovalute.

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