Il sorprendente valore di 515 miliardi di dollari attribuito a Tether riflette la crescita e l’influenza sistemica che il leader delle stablecoin ha ormai raggiunto nell’ecosistema crypto e finanziario globale, anche se il CEO Ardoino ritiene sia ancora una cifra bassa.

Circle IPO come riferimento per la valutazione
L’analista fintech Jon Ma ha recentemente pubblicato una valutazione clamorosa su Tether, l’emittente della stablecoin leader di mercato ($USDT), ovvero 515 miliardi di dollari. Una cifra che, se confermata, collocherebbe Tether tra le prime 20 aziende più grandi al mondo per capitalizzazione, superando giganti come Coca-Cola, Costco e Oracle, e avvicinandosi per valore a colossi come Netflix e Mastercard. Tuttavia, secondo Paolo Ardoino, CEO di Tether, questa stima potrebbe addirittura essere “un po’ ribassista”. A suo avviso, l’analisi di Ma non tiene conto in modo adeguato delle ingenti riserve in bitcoin e oro detenute dall’azienda, che rafforzano ulteriormente la solidità del bilancio.
La stima di Jon Ma si basa su un confronto diretto con Circle, il principale concorrente di Tether con la stablecoin $USDC, che ha recentemente debuttato alla Borsa di New York il 5 giugno. L’IPO di Circle è stata accolta con grande entusiasmo dagli investitori e il titolo ha registrato un’impennata del 200% in sole 48 ore, toccando una capitalizzazione di oltre 30 miliardi di dollari. Secondo il modello utilizzato da Ma, Circle raggiungerà nel 2025 un EBITDA di 410 miliardi, con un moltiplicatore di 69,3 volte. Applicando lo stesso moltiplicatore all’EBITDA stimato di Tether (7,4 miliardi), il risultato è una valutazione potenziale di 515 miliardi di dollari.
Nonostante l’entusiasmo suscitato dalla valutazione, Ardoino ha chiarito che Tether non ha intenzione di quotarsi in borsa. In risposta a un utente su X (ex Twitter) che metteva in dubbio l’utilità di un’IPO per un’azienda già altamente redditizia e autonoma, Ardoino ha suggerito che la strada della crescita indipendente è ancora la scelta preferita.
XAUt0: la stablecoin garantita dall’oro sbarca su TON
Nel frattempo, Tether ha compiuto un passo tecnologico significativo con il lancio di XAUt0, la versione omnichain della sua stablecoin legata all’oro, XAUt. Il nuovo token è costruito sullo standard Omnichain Fungible Token (OFT) sviluppato da LayerZero, che consente transazioni cross-chain senza necessità di wrapping o bridge centralizzati. XAUt0 debutta inizialmente sulla blockchain TON (The Open Network), grazie alla collaborazione tra USDT0, l’hub di liquidità unificata di Tether, e la TON Foundation.
XAUt rappresenta oggi la più grande stablecoin ancorata all’oro, con oltre 832 milioni di dollari di capitalizzazione, superando Pax Gold (PAXG), fermo a 811 milioni. Secondo l’ultimo report del primo trimestre 2025, Tether possiede oltre 7,7 tonnellate di oro fisico, custodito in caveau svizzeri, a garanzia diretta dei token emessi.
Deutsche Bank guarda alle stablecoin
Anche nel mondo bancario tradizionale, l’interesse per le stablecoin è in forte crescita. Deutsche Bank, il più grande istituto finanziario tedesco, sta valutando l’ipotesi di emettere una propria stablecoin o di aderire a un’iniziativa consortile già esistente. Secondo Sabih Behzad, responsabile della trasformazione digitale dell’istituto, la banca sta esplorando modelli di depositi tokenizzati per rendere più efficienti i pagamenti e la gestione della liquidità.
Negli Stati Uniti, le principali banche, tra cui JPMorgan, Citigroup e Bank of America, stanno considerando la creazione di una stablecoin congiunta per contrastare l’avanzata della concorrenza cripto. I recenti progressi normativi compiuti in Europa dal MiCAR e le ottime prospettive legislative sotto l’amministrazione Trump stanno accelerando l’adozione delle stablecoin da parte del sistema finanziario tradizionale.
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Con un prezzo attuale in prevendita di 0,025155 dollari e oltre 13 milioni di dollari raccolti, il progetto si posiziona come uno degli asset più osservati dagli investitori e da analisti crypto, come Matteo Afrasinei.
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