Stablecoin in crisi? Regno Unito verso la regolamentazione, la Bank of England potrà intervenire

Abbiamo visto quanto rapidamente può crollare il prezzo di una stablecoin, e sebbene quanto accaduto a TerraUSD (UST) sia stato indubbiamente un caso isolato, è stato più che sufficiente a mostrare tutti i limiti di un sistema che di certo presenta ancora delle falle importanti.

Se ne sono accorti gli utenti comuni e lo sanno bene le istituzioni finanziarie, tanto che la Bank of England ha avanzato una proposta che prevede un suo intervento in salvataggio degli emittenti di stablecoin che stanno crollando, ma solo se sono ‘sufficientemente grandi’.

La proposta di Bank of England per salvare gli emittenti di stablecoin

Una recente proposta assegnerebbe alla banca centrale d’Inghilterra il controllo regolamentare sugli emittenti di stablecoin, onde evitare che possano rappresentare un rischio per la stabilità finanziaria.

L’annuncio di Bank of England è arrivato ieri, e stando a quanto si apprende l’istituto finanziario potrebbe intervenire per dirigere e supervisionare il collasso delle stablecoin nel momento in cui la stessa banca ritenesse che un dato emittente di stablecoin ha “raggiunto un fallimento su scala sistematica”.

Una notizia questa che giunge tramite un documento redatto dallo stesso ministero del Tesoro britannico in risposta ad una consultazione sul tema crypto avviata a gennaio 2021 e conclusasi solo in aprile 2022.

Il governo britannico ha infatti proposto di modificare il regime di amministrazione speciale delle infrastrutture del mercato finanziario del Regno Unito con l’obiettivo di portare le criptovalute nella giurisdizione della banca centrale britannica, offrendo al tempo stesso all’istituto finanziario le redini in caso di crollo di una stablecoin.

Con un emendamento alla proposta di legge è stato poi inserito anche l’ampliamento della definizione legale di “sistema di pagamento” per poter includere le criptovalute, fornendo così alla Bank of England poteri normativi ai sensi della Parte 5 della legge bancaria del 2009.

L’intervento della banca d’Inghilterra sarà solo in caso di crolli “sistemici”

Londra ha precisato che Bank of England interverrà solo quando si verificano dei crolli “sistemici”, definiti come “le carenze nella progettazione o l’interruzione del suo funzionamento, in grado di rappresentare una minaccia per la stabilità del sistema finanziario del Regno Unito o di produrre effetti significativi per le imprese o altri interessi”.

Non vi è ancora sufficiente chiarezza in merito a quali siano esattamente i poteri cnferiti alla banca centrale britannica nell’ambito del regime di amministrazione speciale modificato. Nel documento vengono utilizzati termini quali “direzione” e “supervisione” e viene spiegato che “la Bank of England deve approvare le proposte dell’amministratore sin dall’inizio (e su base continuativa) e ha il potere di ordinare all’amministratore di intraprendere o astenersi dal compiere determinate azioni”.

In ogni caso la banca centrale britannica sarà tenuta a consultare la Financial Conduct Authority (FCA) prima di richiedere un ordine di amministrazione speciale.

La regolamentazione delle criptovalute nel Regno Unito, verso le CBDC

Così come gli Stati Uniti, anche il Regno Unito ha fino ad ora adottato un approccio in buona parte pratico nell’ambito delle criptovalute, ma la necessità di procedere con una maggior regolamentazione del mercato è divenuta via via più evidente con la rapida crescita del mercato a partire dalla corsa al rialzo del 2021, innescando un acceso dibattito politico.

Nel mese di aprile 2021 la Banca d’Inghilterra e HM Treasury hanno attivato una Task Force CBDC per esplorare la prospettiva di una valuta digitale emessa dalla banca centrale, una CBDC appunto, cioè Central Bank Digital Currencies. Si tratta di stablecoin emesse direttamente dallo Stato, e nel caso della Bank of England parleremmo quindi di una sterlina digitale.

Attualmente sono già un centinaio i Paesi che stanno valutando la possibilità di introdurre CBDC secondo quanto riferisce Kristalina Georgieva, amministratore delegato del Fondo Monetario Internazionale (FMI).

Nel mese di aprile 2022 poi il governo britannico ha annunciato anche l’intenzione di diventare un “hub tecnologico di criptovalute”. I passi compiuti finora tuttavia non sono particolarmente significativi, ma da Londra fanno sapere che le stablecoin saranno “portate all’interno della regolamentazione” in modo da farle utilizzare “in Regno Unito come forma di pagamento riconosciuta”.

In Regno Unito pronti al lancio di un NFT di Stato

È di questi giorni inoltre la notizia che il governo britannico si appresta a lanciare, entro questa estate, un NFT in collaborazione con la Royal Mint.

Il mese scorso intanto il direttore esecutivo di FCA, Sarah Pitchard, ha dichiarato a Bloomberg che le normative britanniche sulle crypto dovranno tener conto dello storico crollo della stablecoin Terra.

“L’innovazione dura se funziona bene e, chiaramente, abbiao visto le conseguenze e alcuni dei problemi che possono sorgere” ha infatti dichiarato la Pitchard.

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