Regno Unito: ora tra i primi 3 Stati holder di Bitcoin

La notizia è stata pubblicata di recente dal Financial Times: il Regno Unito è diventato uno dei Paesi che detengono il maggior quantitativo di Bitcoin (BTC). Ma si tratta di una news che merita un piccolo approfondimento, perché a differenza di quanto si potrebbe pensare, non significa che il Regno Unito ha deciso di investire in Bitcoin.

la bandiera del Regno Unito racchiusa in una sfera poggiata su alcune monete di Bitcoin, e sullo sfondo la cartina geografica del mondo
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UK nella Top 3 degli Stati che detengono Bitcoin

Il Financial Times, in un suo recente articolo, ha rivelato che il Regno Unito entra nella Top 3 degli Stati che detengono più Bitcoin, ma spiega anche in che modo lo ha fatto. Non si tratta infatti di un risultato conseguito per via di ingenti investimenti pubblici, come si potrebbe pensare a primo acchito, bensì attraverso sequestri di BTC da parte delle forze dell’ordine.

Comunque, dal momento che questi Bitcoin sequestrati vengono in seguito rivenduti all’asta, il controllo sulle criptovalute non è solo temporaneo, ma si può parlare di vero e proprio possesso. Ma quello che sorprende è anche la quantità di Bitcoin che il Regno Unito detiene, che secondo quanto rivelato dal FT raggiunge valori tanto alti da far entrare il Paese nella Top 3 appunto.

Il Financial Times spiega che il dato è emerso nel corso di un processo contro una donna che era stata accusata di riciclaggio di criptovalute, occasione in cui la polizia britannica aveva sequestrato BTC per un valore complessivo di 1,4 miliardi di sterline (GBP) cioè 1,8 miliardi di dollari (USD) (al tempo del sequestro), frutto di frodi sugli investimenti in Cina.

Parliamo di un sequestro avvenuto nel 2021 che viene oggi annoverato tra i maggiori singoli sequestri di criptovalute. La polizia britannica aveva trovato quattro dispositivi in una cassetta di sicurezza, e in quei dispositivi erano conservati in tutto 61.000 BTC che oggi, considerato il rialzo delle ultime settimane, varrebbero circa 3,2 miliardi di dollari.

Quali sono gli Stati che detengono più Bitcoin al mondo?

È stato quindi grazie a quel sequestro del 2021 che il Regno Unito ha conquistato il suo posto tra i 3 maggiori Stati holder di Bitcoin. Ma quali sono gli altri due? Diciamo prima di tutto che non vi sono Stati, nella Top 3, che abbiano acquistato Bitcoin sul mercato come forma di investimento, ma si tratta sempre del frutto di sequestri.

Quanto ai nomi degli Stati tra i maggiori holder di Bitcoin, pare che al primo posti vi siano gli Stati Uniti, con circa 215.000 BTC. Bisogna dire che si tratta di dati non attendibili al 100%, e soprattutto soggetti a grandi variazioni in breve tempo. Ad esempio proprio per quel che riguarda il tesoretto detenuto dagli Usa, pare che una parte dovrebbe essere liquidata a breve essendo giunta nel frattempo l’autorizzazione del tribunale alla messa all’asta.

Il secondo Paese che detiene più Bitcoin invece pare sia la Cina, con 190.000 BTC. Non dimentichiamo che in Cina esiste ancora il divieto di scambiare Bitcoin per valuta fiat, e questo dovrebbe significare che Pechino venderà i BTC per ricavare Yuan (CNY).

E se al terzo posto troviamo il Regno Unito, con 61.000 BTC, al quarto troviamo la Germania, con 50.000 BTC e al quinto l’Ucraina, con 46.000 BTC. Da notare che in quest’ultimo caso i Bitcoin sono frutto delle donazioni degli ultimi anni, e dal momento che si tratta di donazioni, conoscendo gli indirizzi pubblici vi è la possibilità di giungere con precisione alla cifra esatta che è di 46.351 BTC.

Vale anche la pena domandarsi se l’eventuale vendita di un quantitativo di Bitcoin così importante, come quello detenuto da questi Stati, possa produrre un qualche impatto sul prezzo di BTC. A quanto pare sì, ma secondo le stime degli esperti l’impatto sarebbe comunque poco significativo anche perché non verrebbero comunque liquidati in un’unica tranche ma in lotti di importi minori.

C’è poi un altro fattore che limita l’impatto che la vendita di BTC detenuti da Stati che li hanno ottenuti attraverso il sequestro possa incidere sul prezzo di mercato della crypto. Infatti queste vendite non avvengono sugli exchange, bensì in aste dirette completamente al di fuori dei mercati di scambio.

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