L’imprenditore che ha fiutato in anticipo PayPal, Facebook e Palantir ora lancia un messaggio che sta gelando la comunità crypto: per lui l’ascesa di Bitcoin sarebbe arrivata al capolinea. Un’opinione che pesa, perché Thiel non è un osservatore qualunque. È uno dei pochi investitori capaci di intercettare rivoluzioni tecnologiche prima che il mondo se ne accorgesse.
Ma cosa lo ha spinto a una previsione così controcorrente? E soprattutto: dobbiamo davvero preoccuparci?
Entriamo dentro la sua analisi, e vediamo cosa c’è dietro a questa presa di posizione che sta facendo discutere gli investitori di mezzo pianeta.
Bitcoin: la rivoluzione nata per sfidare il sistema
Per capire perché il giudizio di Thiel sia così sorprendente bisogna tornare alle origini. Nel 2008 il misterioso Satoshi Nakamoto pubblicò il Whitepaper che avrebbe cambiato per sempre il concetto di moneta: una valuta digitale senza banche, senza intermediari, senza controlli centrali.
Un’idea estrema, quasi utopica, costruita su un principio semplice: restituire alle persone il controllo del loro denaro.
La visione sedusse anche Thiel, che per anni considerò Bitcoin una sorta di “maglia nera” contro il potere dei grandi istituti finanziari. Una promessa di libertà tecnologica.
Poi qualcosa si è incrinato.
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Perché Thiel non crede più nel futuro di Bitcoin
Durante un intervento all’Aspen Ideas Festival, Thiel ha lasciato tutti spiazzati.
Secondo lui, Bitcoin non è affatto quella forza libera e incontrollabile che molti immaginano. E la ragione sarebbe tanto semplice quanto inquietante.
Fonti interne alle forze dell’ordine, racconta, gli avrebbero confermato che tracciare transazioni in Bitcoin è molto più semplice di quanto la gente creda. Per investigatori e FBI, sapere che un sospettato usa BTC è quasi un vantaggio operativo.
In pratica:
- Bitcoin non sarebbe così decentralizzato,
- non sarebbe così anonimo,
- non sarebbe così indipendente,
come molti credono da anni.
Ma non è tutto. Thiel vede un altro problema emergente: i fondi spot Bitcoin, e soprattutto l’ingresso in massa dei colossi finanziari.
Secondo lui, l’esplosione degli ETF spot avrebbe “normalizzato” Bitcoin, rendendolo un prodotto sempre più controllato, regolamentato e soprattutto dominato da istituzioni come BlackRock.
Una frase, la sua, è destinata a restare:
“Bitcoin è stato cooptato da BlackRock.”
Un’affermazione tremenda se pensiamo che, nelle intenzioni originarie, Bitcoin doveva diventare l’esatto opposto: una moneta del popolo, non delle banche.
Thiel teme che:
- il potere si stia spostando dalle persone a pochi colossi finanziari;
- la quota di Bitcoin in mano ai privati sia destinata a ridursi;
- questo possa limitare il vero potenziale di lungo periodo dell’asset.
I mercati lo ignorano: Bitcoin vola, ma il rischio resta
Paradossalmente, da quando Thiel ha espresso queste parole, Bitcoin ha fatto esattamente il contrario di ciò che ci si poteva aspettare: ha registrato un forte rialzo, superando S&P 500 e Nasdaq.
È un segnale chiaro:
il mercato, almeno per ora, non crede alla sua visione pessimista.
Eppure, il punto che solleva Thiel rimane interessante. Bitcoin non è ancora diventato un sistema di pagamento globale. Non c’è nessuna garanzia che ci arriverà. E una progressiva istituzionalizzazione potrebbe davvero cambiarne la natura.
Da un lato Bitcoin continua a essere percepito come “oro digitale”.
Dall’altro, si avvicina sempre più ai canali tradizionali, e questo potrebbe limitare il suo potenziale rivoluzionario.
Dunque, chi ha ragione?
La risposta forse è nel mezzo.
Thiel non sta denunciando un problema tecnico, ma una deriva filosofica: Bitcoin rischia di perdere la sua anima originaria.
Ma è davvero un problema?
Dipende dal tipo di investitore:
- Se cerchi una scommessa a lungo termine, devi essere pronto a volatilità estrema e scossoni improvvisi.
- Se invece vuoi solo un’esposizione moderata al mondo crypto, allora ETF, exchange quotati o società del settore sono un’alternativa più stabile.
Una cosa però è certa:
la discussione lanciata da Thiel è solo all’inizio, e potrebbe ridefinire il modo in cui guardiamo a Bitcoin per molti anni.
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