Torniamo a parlare di Grayscale, società che si occupa di investimenti in valute virtuali, secondo un nuovo report diffuso lo scorso 11 giugno bitcoin si sarebbe avvantaggiato della guerra commerciale tra USA e Cina arrivando a guadagnare il 47% nei giorni in cui la tensione è stata più alta e surclassando quelli che comunemente sono considerati i beni rifugio per eccellenza (oro su tutti);
Nuovo report Grayscale
Il report è un aggiornamento del rapporto denominato “Copertura del rischio di liquidità globale con Bitcoin” diffuso originariamente nel 2016 e vi si può leggere chiaramente che:
“Mentre la guerra commerciale USA Cina sembrava essere nelle sue primissime fasi, Bitcoin ha fatto un salto importante prima che questi rischi si riflettessero appieno nei prezzi di altri beni rifugio”
Matthew Beck, direttore degli investimenti e della ricerca presso Grayscale, ha commentato il report affermando che i risultati della ricerca evidenziano come bitcoin tragga vantaggio dall’instabilità geopolitica, come già dimostrato in passato e come confermato proprio in questa prima parte del 2019. Nonostante Beck ammetta che, in virtù soprattutto della sua giovane età, è ancora presto per affermare che bitcoin rappresenti un vero e proprio bene rifugio, rimarca il suo grande ottimismo per il potenziale che, nel lungo periodo, BTC è capace di esprimere; lo stesso Back infatti afferma che:
“Nonostante bitcoin sia un asset ancora troppo giovane per considerarlo un bene investibile, abbiamo identificato prove a sostegno dell’idea che possa servire da copertura in una crisi di liquidità globale, in particolare quelle che comportano svalutazioni valutarie successive”
Un’ulteriore conferma riguardo a questo tipo di lettura ci arriva proprio in questi ultimi giorni, con le tensioni crescenti tra USA e Iran; mentre tutti i maggiori investitori davano per esaurito il bull run di questa prima parte del 2019, dopo l’incidente che ha riguardato le due petroliere nello stretto di Hormuz, alimentando i timori internazionali di un vero e proprio conflitto tra USA e Iran, ecco che bitcoin ha dato un nuovo scatto in avanti, rilanciandosi alla caccia dei 9mila dollari. Ovviamente, è sempre bene ricordarlo, una correlazione non implica che vi sia necessariamente un rapporto di causa effetto, tuttavia gli indizi a questo punto iniziano ad essere così tanti da non poter più essere trascurati. Ogni volta che la tensione internazionale va alle stelle, indipendentemente dalla causa, che si tratti di tensioni commerciali o del vero e proprio rischio di una guerra, le quotazioni di Bitcoin iniziano a decollare; il motivo è facile da intuire, il mercato BTC è estremamente liquido, parliamo di una moneta globale, accettata ovunque nel mondo, ormai facile da convertire in qualunque valuta FIAT e comunemente considerata più sicura del contante. Al netto di quanto, purtroppo, si può ancora leggere sui principali giornali italiani, quindi, appare assolutamente chiaro che nel resto del mondo ormai sempre più persone ripongano maggiore fiducia in bitcoin che nelle proprie valute nazionali e nei beni tradizionalmente considerati rifugio nei momenti di crisi globale.
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