Libra: adesso è ufficiale, gli USA hanno chiesto a facebook di sospendere il progetto

Altra notizia che era nell’aria questa, del resto lo si intuiva dai primissimi commenti, arrivati a stretto giro di posta dalla presentazione del white paper in neanche ventiquattro ore, adesso però è arrivata l’ufficialità; con una lettera inviata il 2 luglio a Mark Zuckerberg il congresso degli stati uniti ha chiesto a facebook di bloccare lo sviluppo della propria criptovaluta. Attualmente non si ha notizia di alcuna risposta da parte dell’azienda e comunque per ora, da quel che si apprende dalle fonti di stampa, non c’è alcun obbligo esplicito ma solo una richiesta formale; c’è da star sicuri, però, che Zuckerberg non potrà fare orecchie da mercante, tanto più che facebook è ancora coinvolta in diversi scandali relativi alla gestione “allegra” dei dati riservati degli utenti, per non parlare del fatto che, per come è scritta la lettera, a questo primo educato invito è plausibile che il governo USA faccia seguire direttamente un obbligo nel caso in cui la libra association perseverasse nel portare avanti lo sviluppo della sua criptovaluta. La preoccupazione del congresso è che la nascita di libra possa indebolire il sistema finanziario globale e, soprattutto, finire col rivaleggiare col dollaro, moneta sulla quale si fonda lo strapotere americano; ed è proprio questa la vera preoccupazione del congresso, a mio parere, nonostante nella lettera si sollevino dubbi sulla sicurezza dei fondi e della privacy degli utenti, è evidente che agli americani la sola cosa che interessa è che nessuno metta in discussione l’egemonia del dollaro, tanto più che questa è già messa gravemente a repentaglio dall’esistenza di bitcoin. Nella lettera, tra le altre cose, è possibile leggere che:

“Se prodotti e servizi come libra venissero lasciati regolati in modo improprio e senza sufficiente supervisione, questo potrebbero comportare rischi sistemici tali da mettere a rischio gli Stati Uniti e la stabilità finanziaria globale; è dunque imperativo che Facebook e i suoi partner cessino immediatamente i piani di implementazione fino a quando le autorità di regolamentazione non avranno modo di esaminare più accuratamente il progetto in tutti i suoi aspetti”

La criptovaluta made in facebook, dunque, non ha fatto nemmeno in tempo a nascere che è stata già stoppata dal congresso; finiscono quindi a farsi benedire i grandi proclami sul lancio entro un anno e la pubblicazione del white paper, a conti fatti, sembra non aver avuto altro scopo che fare un po’ di pubblicità a facebook e dare un po’ di ossigeno alle azioni. Tutto questo ci dimostra ancora una volta come le monete realmente decentralizzate siano le sole realmente al riparo dalle azioni repressive dei governi mentre quando, come nel caso di libra, alle spalle di una criptovaluta ci sono delle aziende gli stati possono facilmente far valere la loro autorità mettendo l’azienda e i suoi dirigenti nel mirino; questo comunque non significa che libra non vedrà mai la luce, probabilmente alla fine si raggiungerà l’istituzione di un quadro normativo ad hoc, capace al contempo di tranquillizzare il congresso e permettere alla libra association di operare in tutta legalità, tuttavia i tempi, a questo punto, si allungano inevitabilmente. Possiamo dimenticarci, per concludere, di vedere nascere libra già nel 2020, più probabilmente ci vorranno almeno ancora due o tre anni prima di vedere questa moneta in circolazione; in questo arco di tempo, però, l’emissione di criptovalute garantite dalle banche centrali potrebbe disinnescare completamente la portata innovativa di libra.
Del resto perché
mai le persone dovrebbero fidarsi di una stablecoin emessa da aziende private (la cui reputazione, per altro, è quella che è), quando possono usare strumenti identici ma che sono invece garantiti dagli stati?
Il mercato delle stablecoin, che tanto entusiasmo aveva scatenato lo scorso anno, pare quindi destinato ad essere ucciso sul nascere dalle CBDC, con buona pace di Zuckerberg, della libra association e di tutti quelli che ci hanno investito sopra.

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