La notizia è apparsa su bloomberg nella giornata di ieri, la fonte è di primo livello, si tratta infatti di Dan Salmons, direttore per l’innovazione dei mutui di RBS; le banche coinvolte sono due istituti di rilevanza internazionale, oltre alla Royal Bank of Scotland (RBS) sarebbe infatti coinvolta anche Barclays. Le banche in questione, dopo aver mostrato un certo scetticismo in passato relativamente alle potenzialità della tecnologia blockchain, sono ritornate sui loro passi confermando di aver compreso quanto possa essere vantaggiosa per loro la catena di blocchi.
Banche inglesi puntano sulla blockchain
Secondo quanto dichiarato dallo stesso Salmons sono in ballo la bellezza di 160mld di euro l’anno di risparmi che deriverebbero dall’uso della blockchain per la gestione delle compravendite immobiliari. Acquistare un immobile, infatti, richiede un certo livello di coordinamento tra banche, istituzioni e clienti con conseguenti costi e lungaggini burocratiche per tutte le parti in causa; l’adozione della blockchain permetterebbe invece, oltre che di rendere più trasparenti questi processi, di semplificarli e snellirli a tutto vantaggio anzi tutto dei clienti e, conseguentemente, anche di banche e istituzioni pubbliche. Attualmente i due colossi bancari UK hanno avviato una sperimentazione che ha coinvolto circa 40 differenti soggetti usando Instant Property Network (IPN), una startup realizzata su piattaforma Corda (di proprietà del consorzio R3, lo stesso che gestisce Ripple); attualmente l’ambito immobiliare è uno dei settori in cui chi sviluppa servizi blockchain sta investendo di più, sia perché i vantaggi sono oggettivi, come accennato, sia perché parliamo di un segmento nel quale gira un bel po’ di denaro.
Le sperimentazioni e i tentativi di sfruttare le potenzialità espresse sia dalla tecnologia blockchain che dalle stesse criptovalute (in primis bitcoin, qui la sua quotazione) sono numerose e vanno dal semplice acquisto di case di lusso pagabili in BTC (con l’Australia che continua ad essere molto attiva in questo ambito) fino alla gestione dei processi di notarizzazione, passando per la creazione di nuovi token e il lancio di ICO (come nel caso del colosso immobiliare Elmaar attivo negli emirati arabi). Insomma, almeno per quel che riguarda le applicazioni blockchain nel settore immobiliare siamo ormai pienamente fuori dalla fase di hype e sono decine le sperimentazioni e i progetti concreti avviati un po’ a macchia d’olio in tutto il mondo; i vantaggi, economici e non solo, sono così tanti e coinvolgono un numero così amplio di soggetti che è ormai sinceramente improponibile illudersi che il mercato immobiliare non venga travolto dalla rivoluzione blockchain nei prossimi anni; resta da vedere quali saranno gli effetti di questo scossone e le ripercussioni non solo sui mercati delle criptovalute ma anche, e soprattutto, sull’economia reale.
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