Come abbiamo avuto modo di scrivere in numerosi articoli il grosso dell’hashrate a livello globale si concentra nella provincia cinese dello Sichuan; il motivo, come i nostri lettori più attenti sanno già, è che nella regione nella stagione delle piogge c’è grande abbondanza di elettricità (idroelettrica, quindi non inquinante) a basso costo. Nella giornata del 29 Dicembre il sito Asia Times ha riferito che le autorità cinesi stanno chiedendo ai minatori di ridurre i loro consumi nel periodo che va da Ottobre ad Aprile, quando cioè la stagione delle piogge si conclude e la disponibilità di energia elettrica diminuisce; il rapporto tra il governo cinese e i minatori di criptovalute è sempre stato ambivalente, il mining è strettamente regolamentato in Cina, tuttavia le autorità lo tollerano di buon grado in Sichuan perché va a consumare l’energia prodotta in eccesso, mentre la stessa attività si configura come un grosso problema quando, cessata la stagione delle piogge, la disponibilità di elettricità nella zona cala drasticamente e, per tanto, la presenza di numerose mining farm nella zona rischia di lasciare a secco famiglie e imprese. In tutto questo la situazione è ulteriormente complicata dalla proliferazione di miniere illegali, sprovviste delle necessarie licenze, che comunque operano sul territorio e la cui presenza è costata multe per 140mila dollari a due centrali elettriche colpevoli di aver venduto loro elettricità senza assicurarsi che tali mining farm operassero in conformità al quadro normativo vigente; problemi ancora maggiori sono invece causati dal mining abusivo, strutture che l’elettricità per minare la rubano direttamente, facendo impennare i consumi nelle località in cui sono presenti in maggior concentrazione e mettendo a repentaglio l’approvvigionamento di famiglie e imprese.
Bisogna però precisare che i problemi generati in Cina dal mining di criptovalute non fanno altro che anticipare un problema più generale, che non può essere ignorato e che riguarda proprio la domanda crescente di energia elettrica a livello globale; al netto del mining di criptovalute, in altre parole, i consumi elettrici in tutti i paesi sono destinati ad aumentare esponenzialmente nei prossimi anni e il problema esiste a prescindere dalla presenza o meno di mining farm. Prendiamo banalmente proprio l’Italia, paese in cui minare con profitto è praticamente impossibile proprio a causa degli elevati costi dell’elettricità, anche qui nel nostro paese, dove non esiste (almeno per ora) un problema legato alla presenza delle mining farm, i consumi elettrici sono in salita ormai da anni e continueranno a salire, in maniera esponenziale, nei prossimi anni; il motivo è abbastanza facile da capire, la transizione alla mobilità elettrica farà impennare i consumi, il tema della sostenibilità imporrà di abbandonare il riscaldamento per combustione in favore della climatizzazione degli ambienti, che non genera inquinamento ma fa decollare ulteriormente i consumi elettrici. E’ quindi necessario far fronte a tutto questo a prescindere dalla questione mineraria, iniziando a porre in essere azioni precise tese a risolvere quello che sarà uno dei temi maggiori del decennio appena iniziato, l’approvvigionamento di energia elettrica sostenibile a prezzi contenuti.
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