La stablecoin di Tether, USDT, seppur per poco tempo, ha toccato per la prima volta nella sua storia i $100 miliardi di capitalizzazione di mercato. In seguito il valore è sceso al di sotto di quella soglia per poi superarla nuovamente stando ai dati pubblicati da CoinGecko, tutto questo mentre il mercato delle criptovalute complessivamente prosegue con il suo rally.
USDT tocca i $100 miliardi di market cap per la prima volta
Con il numero di token USDT che raggiungeva i 99,5 miliardi, sulla base di quanto riportato dallo stesso sito web ufficiale di Tether, grazie a un leggero premio di prezzo rispetto al valore di $1 del token su alcuni exchange, la capitalizzazione di mercato ha superato per un breve periodo il livello di $100 miliardi.
Il traguardo è stato raggiunto inizialmente è sfumato poco dopo, ma attualmente la market cap di USDT è nuovamente al di sopra dei 100 miliardi di dollari. D’altra parte le premesse c’erano tutte, avendo aggiunto $2 miliardi al proprio approvvigionamento durante la scorsa settimana, grazie agli elevati volumi di trading di criptovalute che sta rapidamente portando Bitcoin (BTC) verso un nuovo massimo storico.
L’importanza di Tether nel mercato crypto
USDT è la stablecoin più popolare, o token crypto il cui valore è ancorato a un altro asset, ed è un pezzo chiave della struttura di base del mercato degli asset digitali. Il suo ruolo è quello di fare da ponte tra il denaro tradizionale (fiduciario) e i mercati basati su blockchain, fornendo ai partecipanti al mercato liquidità per il trading e il prestito. È sempre più utilizzato anche per trasferimenti e risparmi nelle regioni in via di sviluppo per accedere ai dollari al di fuori del sistema bancario tradizionale.
La storia di Tether inizia nel 2014, quando ha emesso per la prima volta una valuta digitale denominata “realcoin” ancorata al dollaro sulla rete Bitcoin per facilitare il trasferimento di valute fiat sulla blockchain. Più tardi quello stesso anno, realcoin è stato ribattezzato Tether (USDT). Da allora, USDT ha visto un processo di espansione su numerose blockchain e Tether ha lanciato stablecoin ancorate all’oro e ad altre valute.
È stato durante il boom del mercato crypto del 2020-2021 che USDT ha compiuto grandi passi avanti, crescendo da $4 miliardi a $83 miliardi entro la metà del 2022, diventando un punto di riferimento molto importante.
Tuttavia, non sono mancati gli ostacoli sul suo percorso, infatti la società proprietaria di USDT è finita sotto la lente degli organi regolatori per livelli di trasparenza che lasciavano un po’ a desiderare, anche perché inizialmente Tether aveva asset rischiosi di copertura tra cui crediti alla società ormai fallita Celsius, e mancavano audit indipendenti.
Ora le cose sono cambiate, infatti la società afferma di essere principalmente supportata da investimenti più sicuri come titoli del Tesoro statunitense, accordi di riacquisto e depositi in fondi di mercato monetario.
Nonostante le crescenti preoccupazioni sulla stabilità di Tether durante il mercato ribassista del 2022 che ha portato le crypto verso ribassi storici, per USDT c’è stato un rinnovato interesse l’anno scorso, guadagnando quote di mercato da concorrenti stretti dopo una repressione normativa sulla stablecoin BUSD a marchio Binance e la crisi bancaria regionale degli Stati Uniti a marzo, che ha pesantemente colpito la USDC emessa da Circle.
La quota di mercato di USDT nel settore delle stablecoin da $140 miliardi è ora superiore al 70%. L’azienda è diventata anche molto redditizia beneficiando dell’aumento dei tassi di interesse statunitensi, segnalando un profitto di $2,85 miliardi nell’ultimo trimestre principalmente dai rendimenti sulle sue ingenti detenzioni di titoli del Tesoro statunitense.
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