La notizia sta rotolando sui social alla velocità della luce, rilanciata da tutti i maggiori siti di settore, diciamo subito però che a prima vista sembra che la cosa sia poco verosimile e che potrebbe trattarsi tranquillamente del classico FUD; in pratica sembrerebbe che la Russia stia valutando di vietare l’uso delle criptovalute per l’acquisto di beni e servizi. La notizia è stata fatta circolare oggi da Izvestia (noto quotidiano russo fondato ai primi del ‘900 a San Pietroburgo) tuttavia l’articolo cita fonti anonime che avrebbero contatti diretti col governo russo per cui, come non manchiamo mai di ricordare, in assenza di fonti ufficiali le notizie costruite intorno a dichiarazioni anonime andrebbero sempre prese con le pinze. Izvestia si è sforzata di conferire un minimo di autorevolezza e credibilità a quanto riportato citando Alexey Yakovlev, vice capo del dipartimento di regolamentazione bancaria del Ministero delle finanze, che in una recente conferenza ha dichiarato di non vedere alcuna base solida per l’utilizzo delle criptovalute come mezzo di pagamento; chiaramente, però, da qui ad affermare che il governo russo vuole vietarne l’utilizzo per questo scopo ce ne passa e neanche poco.
Nello stesso articolo si rimarcano le preoccupazioni delle autorità relative a un uso illecito delle criptovalute e le dichiarazioni della banca centrale che ha ripetutamente affermato che questi strumenti non sono neanche lontanamente equiparabili a valuta FIAT; le stesse identiche cose vengono dichiarate di continuo da tutte le autorità di quasi qualunque paese al mondo, questo non dimostra che ci sia la volontà di vietarne l’uso anche perché, come ben sappiamo, scrivere una legge in questo senso significherebbe sostanzialmente produrre una regolamentazione inapplicabile. Per carità, non sarebbe la prima volta che i governi scrivono leggi impossibili da applicare, basti pensare a tal proposito alla pirateria online che, alla faccia della tonnellata di leggi scritte fino ad oggi, è un fenomeno che ha sempre e solo continuato a crescere negli ultimi decenni, sin dalla chiusura di Napster che, a ben vedere, è servita sostanzialmente a nulla. Oltre questo a far emergere ragionevoli dubbi sull’attendibilità di questa notizia è il fatto che i russi non avrebbero alcun interesse a produrre una legge del genere, senza parlare del fatto che Putin è già dal 2017 che chiede venga prodotta una legge che permetta di regolamentare l’attività dell’industria blockchain nel paese; vero, d’altro canto, che Elvira Nabiullina, governatrice della banca centrale russa, ha più volte espresso le sue perplessità su questi strumenti, sia a livello tecnologico che a livello politico, tuttavia non ha mai assunto posizioni di netta chiusura verso questo mercato. Insomma, non è possibile escludere allo stato attuale che effettivamente il governo russo stia lavorando a un giro di vite contro le criptovalute, ma non è nemmeno possibile mettere la mano sul fuoco relativamente all’autenticità di questa notizia; in attesa di conferme, o smentite, ufficiali, per adesso non possiamo che limitarci a invitarvi a prendere molto con le pinze quanto nelle ultime ore sta circolando sui social e sui maggiori siti di settore.
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