Reuters, con un articolo pubblicato qualche ora fa, riferisce che il partito al governo in Giappone intende proporre l’emissione di una valuta digitale di stato; sono circa 70 i parlamentari del partito di maggioranza promotori della proposta per il lancio di uno Yen digitale. Il motivo è, secondo quanto riferisce Reuters, sia contrastare gli effetti dell’eventuale emissione di una moneta come libra (la criptovaluta a cui lavora facebook), sia mantenere il Giappone all’avanguardia sul piano globale per quel che concerne la tecnologia fintech. Norihiro Nakayama, vice ministro parlamentare per gli affari esteri, ha dichiarato all’agenzia di stampa che:
“La Cina si sta muovendo verso l’emissione di yuan digitali, quindi vorremmo proporre misure per contrastare tali tentativi”
Quindi qui la questione non riguarda tanto, o almeno non solo, l’effetto dell’eventuale lancio di libra, come moneta privata, ma diventa una questione strettamente geopolitica. Sempre secondo quanto riferito da Reuters il gruppo del partito di maggioranza, guidato dall’ex ministro dell’Economia, del commercio e dell’industria (Akira Amari) sottoporrà il piano al governo il mese prossimo; sembra quindi che la politica giapponese abbia intenzione di muoversi in direzione contraria alle direttive della banca centrale, la quale qualche mese fa aveva dichiarato che emettere una CBDC non rientrava tra le priorità del paese, argomentando questa convinzione sostenendo che l’eliminazione del denaro fisico a beneficio di una moneta digitale avrebbe messo in difficoltà gran parte della popolazione. L’idea dei promotori dell’iniziativa, secondo le voci che stanno circolando, sarebbe di dare vita a una moneta ibrida, attraverso la collaborazione tra entità statali e società private. Allo stato attuale delle cose, però, si tratta veramente solo di indiscrezioni dal momento che non è stato presentato alcun documento che descriva la suddetta proposta; in ogni caso è ormai chiaro che tutti i paesi del mondo stanno iniziando a valutare la possibilità di emettere delle CBDC, nonostante le divergenze all’interno delle diverse istituzioni e dei diversi partiti, quindi, sembra essere solo una questione di tempo prima che questi strumenti facciano il loro esordio sui mercati, cambiando per sempre il concetto stesso di politica economica e monetaria.
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