Non è la prima volta che succede, solo a mia memoria ricordo almeno altri due precedenti nel corso dell’ultimo anno, il primo nel dicembre 2018 e il secondo nella primavera 2019; adesso è successo di nuovo, un attacco 51% contro Vertcoin è andato a buon fine. Che qualcosa di strano stesse avvenendo è parso chiaro già il 30 novembre quando i prezzi di noleggio dell’hashrate per l’algoritmo di mining di Vertcoin Lyra2REv3 sono aumentati in modo significativo probabilmente a dimostrazione che l’attaccante aveva iniziato a comprare la potenza di rete necessaria a sferrare il suo attacco; secondo quanto riferito da James Lovejoy, manutentore principale di Vertcoin, il costo dell’attacco è stato compreso tra 0,5 e 1BTC, a fronte di un valore che era possibile sottrarre alla rete di circa 0,44 BTC, il che significa che l’attacco probabilmente si sarebbe comunque rivelato per nulla redditizio.
Alla fine, in ogni caso, nella giornata di ieri l’attaccante è riuscito a riscrivere 553 blocchi sui 603 che la blockchain stava processando, ha generato così cinque “doppie spese” per un valore complessivo di 125VTC (neanche 30$); anche se può apparire una mossa autolesionista, alla luce di quanto è invece costato l’attacco, probabilmente il vero obiettivo di questa operazione erano i conti di bittrex, che è stata infatti prontamente avvisata e che ha attualmente bloccato i prelievi per questa moneta. In ogni caso questa volta le cose sono andate meglio dell’ultima volta, in quell’occasione, infatti, l’attaccante era riuscito a portarsi via un controvalore pari a ben 100mila dollari. Proprio a seguito di questo incidente la rete Vertcoin era stata modificata, con l’introduzione di Lyra2REv3, un nuovo algoritmo POW che avrebbe dovuto rendere più solida la rete garantendo la decentralizzazione; per fortuna questa volta l’attacco non ha procurato grossi danni ma non è possibile escludere che si sia trattato solo di una prova. Certo è che con questi trascorsi attualmente ci vuole coraggio per investire in Vercoin anche solo in termini di mining; probabilmente, però, la rete è semplicemente troppo piccola per far fronte a questo genere di problemi e del resto sono bastati meno di 6000$ per sferrare l’attacco. Chissà che crescendo questa moneta possa finalmente liberarsi di questo genere di problemi o chissà che, più semplicemente, tutti questi problemi non ne compromettano il futuro.
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