A seguito di un flash crash avvenuto lo scorso 26 maggio (la moneta coinvolta è CLAM) la bellezza di 13,5mln di dollari sono andati in fumo in pochi minuti, lo rivela poloniex con un post pubblicato dall’account ufficiale su medium nella giornata di ieri. Poloniex aveva qualche tempo fa avviato un sistema di prestito a margine per i suoi operatori, una mossa non esattamente intelligente se consideriamo che la piattaforma non è mai riuscita a risolvere i problemi che da sempre ha con i flash crash (mentre su altri exchange questi fenomeni non si vedono più da tempo); quello che è successo è che a causa di un arresto anomalo della piattaforma s’è generato un crollo dei prezzi su coppia BTC/CLAM e chi operava avvalendosi di prestiti a margine ed aveva posizioni aperte su questa moneta si è trovato duramente colpito.
Flash crash su Poloniex
A quanto risulta non tutti gli operatori si sono rivelati capaci di rientrare delle perdite accumulate e la piattaforma ha quindi dovuto provvedere a congelare tutti i conti dei debitori inadempienti confermando che li terrà bloccati finché i mutuatari non rimborseranno i loro prestiti. Più nello specifico poloniex ha precisato che:
“La velocità del crash e la mancanza di liquidità nel mercato CLAM hanno reso impossibile liquidare automatiche le posizioni di margine su questa moneta, impedendo di elaborare le vendite come normalmente accadrebbe in un mercato liquido. Inoltre, in CLAM è stata collateralizzata una parte significativa del valore totale del prestito, pertanto sia le posizioni dei mutuatari che le garanzie hanno perso la maggior parte del loro valore simultaneamente.”
L’incidente ha colpito lo 0,4% di tutti gli utenti e ha comportato la riduzione di tutti i prestiti BTC attivi del 16%; come contromisura a quanto accaduto la piattaforma ha quindi deciso di eliminare la possibilità di fare margin trading su 4 monete (BTS, CLAM, FCT, e MAID) che sono probabilmente quelle meno liquide su poloniex. Questa mossa, per quanto necessaria, appare come il proverbiale cancello chiuso quando i buoi sono già scappati, poloniex, in altre parole, avrebbe dovuto pensarci prima.
Lascia poi francamente allibiti che la piattaforma scarichi sugli utenti i costi di un problema che è principalmente imputabile a sue inadempienze; gli utenti, infatti, non hanno preso bene questa cosa e la piattaforma, che aveva appena iniziato a riprendersi dopo essere stata acquisita da circle, è tornata ad essere molto chiacchierata nella comunità. Considerando poi che 13,5MLN di dollari non sono una cifra astronomica poloniex avrebbe potuto benissimo farsi carico di rimborsare lei i prestiti, invece di congelare i conti dei trader, evitando il danno d’immagine che inevitabilmente sta subendo a seguito di questo incidente e che le peserà molto più che una decina di milioni.
Insomma, molti operatori sembrano non aver capito che la comunità difficilmente perdona questi incidenti e la fuga dei trader da poloniex, che sembrava essersi arrestata da circa un anno, ha ripreso forza negli ultimi giorni. Nonostante la piattaforma abbia raccolto un buon giudizio da parte di ICORating, che ha recensito 135 exchange di criptovalute nel mondo, in termini di sicurezza degli account, dei registi e del sito web, non basta questo a convincere i trader (nuovi o vecchi che siano) a tornare ad operare su questa piattaforma, che sta perdendo di conseguenza credibilità, un bene che è fondamentale nel mondo delle criptovalute e che, a differenza di una decina di milioni di dollari, una volta che è andato perduto non è più possibile recuperare.
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