Raramente mi capita, commentando una notizia, di avere la sensazione di ritrovarmi di fronte a un fatto epocale, questa è una di quelle rare volte; andiamo però per ordine di modo da permettere a chiunque di capire l’enorme rilevanza di ciò di cui stiamo parlando. Con l’acronimo CBDC si indica nient’altro che una criptovaluta garantita da una banca centrale (in inglese sta per Central Bank Digital Currency), di conseguenza capite bene che nel momento in cui, come riportato dal si di news locale Shanghai Securities nella giornata di sabato, quando il numero due della banca centrale cinese (Mu Changchun) è salito sul palco del China Finance Forum per dichiarare che la CBDC cinese può considerarsi sostanzialmente pronta ci siamo trovati di fronte ad un annuncio epocale.
La banca cinese è pronta al rilascio della sua CBDC
Al netto di questo non conosciamo ancora una data ufficiale per l’emissione di questa nuova cripto, che certamente attirerà l’attenzione di tutti gli appassionati, ne conosciamo alcun particolare dal punto di vista tecnico; quello che sappiamo è quello che Mu Changchun ha voluto farci sapere. Il numero due della banca centrale cinese, dal palco del China Finance Forum, ha sostenuto che un prototipo che adotta l’architettura blockchain è stato sviluppato con successo dopo cinque anni di ricerca ma ha anche detto che un’architettura puramente blockchain sarebbe difficile da produrre in Cina e poco funzionale alle necessità del paese, di conseguenza ha dichiarato che il progetto è stato sviluppato intorno a un’architettura a due livelli (qualunque cosa questo voglia dire). Per comprendere meglio quali sono le caratteristiche della nuova CBDC cinese ci toccherà quindi aspettare che vengano rilasciati dei documenti tecnici in merito e, magari, che venga data l’opportunità agli esperti di crittografia di dare un’occhiata al codice.
Le cose che sappiamo con certezza, quindi, sono decisamente poche ma comunque molto rilevanti; che la Cina stesse lavorando a una propria CBDC era noto da mesi (se non da anni), per cui quanto dichiarato da Mu Changchun appare assolutamente credibile. Sappiamo poi che a seguito delle tensioni commerciali crescenti con gli USA la Cina ha iniziato a considerare una CBDC come lo strumento migliore per proteggersi dal rischio di una guerra valutaria ed ha dimostrato di essere estremamente più veloce ed efficiente nel porre in essere le proprie politiche di uno qualunque dei paesi del blocco occidentale (inclusi gli USA); mentre qui in Europa (per non parlare dell’Italia) continuiamo a trovarci in una situazione paradossale fatta di autoproclamatisi esperti che però non comprendono quasi nulla di questa tecnologia, istituzioni paralizzate dal timore di perdere anche solo un briciolo della propria influenza e mezzi di informazioni che, con cadenza praticamente quotidiana, diffondono mistificazioni, notizie false (o comunque imprecise) e luoghi comuni, nel mondo asiatico stanno investendo pesantemente nella tecnologia blockchain aumentando il divario, già moderatamente largo, tra loro e noi.
Che gli interessi del grande capitale, per concludere, si fossero spostati nel sud-est asiatico era chiaro ormai da anni (almeno dalla seconda metà degli anni ‘90), oggi però l’Asia è veramente diventa il centro del mondo e noi, con le nostre lentezze e le nostre inadeguatezze, non riusciamo più a tenere il passo; insomma, il futuro è cinese, tocca iniziare ad abituarsi all’idea e riconoscere che siamo ufficialmente entrati dentro un nuovo paradigma non solo a livello economico ma anche a livello geopolitico.
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