Il forte ribasso che ha colpito il mercato delle criptovalute negli ultimi mesi ha riacceso una domanda ricorrente tra gli investitori: ha più senso continuare a puntare direttamente su Bitcoin oppure sfruttare il calo ancora più marcato di MARA Holdings, uno dei nomi storici del mining crypto? Per rispondere, è fondamentale capire cosa è cambiato davvero per i miner e quale sia oggi il reale profilo di rischio e rendimento di MARA rispetto a Bitcoin.
Dopo aver toccato un massimo storico di 124.774 dollari a inizio ottobre 2025, Bitcoin ha subito una correzione decisa, scendendo di circa il 31% e attestandosi poco sopra gli 86.000 dollari a metà dicembre. Nello stesso periodo, il titolo MARA Holdings ha perso oltre il 50%, mostrando una volatilità ancora più accentuata rispetto alla criptovaluta stessa. Questo scarto ha spinto molti a chiedersi se il titolo non rappresenti un’occasione più interessante rispetto all’acquisto diretto di BTC.
Da Marathon Patent Group a MARA Holdings: l’evoluzione verso un modello Bitcoin-centric
MARA non è sempre stata una società di mining. In passato operava come Marathon Patent Group, con un focus sulle tecnologie di crittografia. La svolta arriva nel 2021, quando l’azienda investe circa 150 milioni di dollari in Bitcoin, acquista i primi grandi impianti di mining e cambia nome in Marathon Digital Holdings, segnando un passaggio netto verso il mondo crypto.
Per diversi anni, il titolo ha funzionato come una sorta di Bitcoin amplificato. Quando BTC saliva, MARA saliva di più. Quando Bitcoin scendeva, il titolo reagiva in modo ancora più violento. In pratica, investire in MARA significava esporsi a una versione più rischiosa e più volatile di Bitcoin, senza reali meccanismi di compensazione.
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ETF spot e halving: perché i conti per i miner sono cambiati
Negli ultimi due anni, il contesto per il mining è diventato molto più complesso. Da un lato, l’approvazione negli Stati Uniti dei primi ETF spot su Bitcoin ha portato enormi flussi di capitale sul mercato, sostenendo il prezzo di BTC e rendendo più semplice per gli investitori ottenere esposizione diretta alla criptovaluta, senza passare da società operative come i miner.
Dall’altro lato, il quarto halving di Bitcoin ha ridotto la ricompensa per blocco da 6,25 a 3,125 BTC, tagliando di fatto i ricavi potenziali dei miner. I costi, però, non si sono dimezzati. L’hardware resta costoso, l’energia pesa sempre di più sui bilanci e la competizione tra operatori è aumentata.
I numeri parlano chiaro. Nel 2024 MARA produceva in media quasi 29 Bitcoin al giorno. Un anno e mezzo dopo, la produzione giornaliera è scesa a circa 24,5 BTC. Nonostante l’aumento del prezzo di Bitcoin abbia permesso ai ricavi trimestrali di crescere di circa il 37%, il costo di produzione è esploso, salendo di oltre 80% nello stesso arco di tempo. Questo squilibrio è uno dei motivi principali dietro il pesante calo del titolo.
La nuova strategia di MARA: data center, energia e intelligenza artificiale
Consapevole dei limiti strutturali del solo mining, l’azienda ha avviato un nuovo riposizionamento. Nell’estate 2024 arriva un ulteriore cambio di nome, questa volta in MARA Holdings, accompagnato da una strategia più ampia che include la vendita di energia e la messa a disposizione di infrastrutture per data center.
L’idea è sfruttare la crescente domanda legata all’intelligenza artificiale, un settore che richiede enormi quantità di calcolo e condivide molte infrastrutture con il mining di criptovalute. In teoria, MARA potrebbe spostare risorse verso l’AI nei momenti in cui il mining è meno redditizio e tornare a concentrarsi su Bitcoin quando le condizioni di mercato migliorano.
È una visione interessante, ma ancora in gran parte sulla carta. Al momento non risultano contratti AI di peso tali da giustificare una valutazione completamente diversa da quella di un miner tradizionale.
Il forte sconto di MARA nasconde anche rischi elevati
Il crollo del titolo rende MARA apparentemente più appetibile rispetto a Bitcoin, ma lo sconto non è privo di controindicazioni. L’azienda si sta muovendo in settori estremamente competitivi, dove si trova a fronteggiare gruppi molto più grandi e capitalizzati. Inoltre, finché il core business resterà legato al mining, la società continuerà a subire l’impatto di costi in crescita e ricompense in calo.
Per questo motivo, molti investitori vedono ancora MARA come una scommessa indiretta su Bitcoin, con un profilo di rischio più alto e una visibilità inferiore. La strategia di diversificazione potrebbe dare frutti nel lungo periodo, ma richiede tempo e risultati concreti per essere pienamente credibile.
MARA Holdings può rappresentare un’opzione interessante per chi accetta una volatilità elevata e crede nella capacità dell’azienda di reinventarsi. Tuttavia, per chi vuole esporsi al mondo crypto in modo più diretto e lineare, Bitcoin resta uno strumento più semplice, trasparente e meno dipendente da variabili operative come costi energetici e investimenti infrastrutturali.
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