Come ValuteVirtuali siamo stati tra i primi siti del settore a fare presente che non era il caso di entusiasmarsi troppo per libra, che il progetto esisteva solo sulla carta e che la sensazione era che Zuckerberg avesse molto poco di concreto in mano; già in tempi non sospetti avevamo evidenziato che le sfide normative da superare erano così impegnative che era tutt’altro che scontato che l’azienda riuscisse a farlo. Ci erano bastate le reazioni immediate, e un po’ isteriche, dei governi di mezzo mondo per arrivare a questa conclusione; subito dopo erano arrivate le defezioni, sia nello staff tecnico che nelle adesioni alla libra association, le audizioni presso la commissione servizi finanziari della camera USA (durante le quali è parso sempre più evidente che il governo non avrebbe permesso l’emissione di Libra) e gli interventi di alcune figure apicali all’interno del progetto (primo tra tutti David Marcus) che mostravano come anche a livello dirigenziale non ci fosse la necessaria esperienza e professionalità per affrontare una sfida del genere.
Oggi è stata ufficialmente presentato Facebook Pay, un sistema di pagamenti nativo dei prodotti della galassia Zuckerberg che segna, a mio parere, la fine definitiva del progetto libra che, infatti, anche qualora venisse lanciata andrebbe a sovrapporsi a Facebook Pay divenendo una sorta di doppione. Come numerosi osservatori avevano già segnalato, inclusi noi che lo abbiamo scritto in numerosi articoli, era abbastanza ovvio che l’intenzione di Facebook era di andare a copiare la cinese WeChat, con la presentazione del nuovo sistema di pagamento questo è diventato evidente a tutti. Facebook Pay debutterà questa settimana negli Stati Uniti e, successivamente, verrà lanciato anche negli altri Paesi; lo scopo, come dichiarato dalla stessa azienda, è offrire agli utenti un’esperienza di pagamento comoda, sicura e coerente tra Facebook, Messenger, Instagram e WhatsApp. Gli utenti potranno ricaricare i loro conti con carta di credito o conto paypal, mentre per quanto riguarda la questione privacy i dati degli utenti verranno archiviati in maniera sicura e protetti da crittografia, cosa che rappresenta il minimo della decenza, ma se gli utenti speravano che facebook non mettesse mano a questa enorme mole di big data ci spiace deluderli, questo chiaramente non succederà. Le informazioni sull’acquisto come il metodo di pagamento, la spedizione e i dettagli del contatto verranno infatti raccolte e utilizzate per mostrare agli utenti sulla piattaforma contenuti e annunci più pertinenti; col lancio di Facebook Pay, quindi, ci avviciniamo di più al concetto di social commerce, gli utenti potranno vendere e acquistare beni e servizi direttamente via social, ad esempio gli eventi gestiti attraverso facebook potranno procedere alla vendita di biglietti direttamente dal social o effettuare raccolte fondi. Chiaramente l’azienda ha tenuto a precisare che tutto questo non ha nulla a che vedere con libra, altrettanto chiaramente, come abbiamo già accennato, le ripercussioni sul lancio della cripto made in facebook saranno inevitabili; più, infatti, si allungheranno i tempi per il lancio della moneta più diventerà forte la tentazione di lasciar morire il progetto, cosa che, lo ribadisco, appare attualmente lo scenario più probabile.
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