Un articolo pubblicato nella giornata di ieri da Business Insider ha svelato che Coca Cola sta impiegando la tecnologia blockchain per gestire le transazioni tra i vari stabilimenti e la catena di approvvigionamento; come noto, infatti, CONA (acronimo di Coke One North America) gestisce la bellezza di 160mila ordini ogni giorno ed ha una serie di franchising sparsi capillarmente ovunque che si occupano di imbottigliare e distribuire il prodotto. Questi intermediari interagiscono con la casa madre, effettuano e ricevono pagamenti in maniera periodica, per cui siamo dentro al tipico caso d’uso della tecnologia blockchain; intervistato da Business Insider Andrei Semenov, senior manager del CONA, ha dichiarato che:
“Ogni giorno gestiamo migliaia di transazioni tra le varie aziende che collaborano con noi; tali transazioni transitano da intermediari e sono molto lente e inefficienti. Ci siamo quindi resi conto che attraverso la tecnologia blockchain potremmo migliorare le cose e risparmiare un po’ di denaro”
Sempre Semenov ha poi chiarito che c’è stata un’ampia discussione in merito alla tipologia, alla quantità e alla natura dei dati da condividere tra le varie aziende, per cui una parte del lavoro necessaria ad implementare la nuova piattaforma blockchain è consistita appunto nel definire quali tipi di dati rendere disponibili. Ormai sono numerosi i colossi internazionali che hanno già implementato una blockchain per gestire le transazioni all’interno dell’azienda stessa e ancora più numerose sono le realtà che si stanno attrezzando per farlo; del resto se pensiamo ai grandi marchi multinazionali questi hanno filiali sparse in ogni parte del mondo che quotidianamente generano un numero enorme di transazioni che non ha molto senso far transitare per il circuito bancario ma che è invece molto più comodo e razionale far transitare per una piattaforma blockchain di modo da tutelare tutte le parti in gioco risparmiando sia tempo che denaro. Coca Cola fornisce quindi un esempio concreto delle potenzialità e dei benefici della tecnologia blockchain e dimostra anche per quale motivo le banche patiranno pesantemente l’introduzione di queste piattaforme sul mercato; anche ipotizzando, infatti, che le criptovalute non riescano ad imporsi rispetto alle valute fiat tradizionali e che il sistema bancario come lo conosciamo oggi riesca a sopravvivere, i volumi di denaro che transiteranno per le banche sono comunque destinati a ridursi notevolmente. Gli istituti di credito e le istituzioni finanziarie, quindi, farebbero meglio a concentrarsi su come reggere a questo genere di impatto invece che perdere tempo a tentare di ostacolare l’ascesa di bitcoin, tanto più che ogni tentativo in proposito si è già rivelato ampiamente fallimentare proprio in virtù della natura decentralizzata di BTC. Insomma, tentando di ostacolare l’ascesa di queste nuove tecnologie le banche non fanno altro che perdere tempo e denaro, mentre dovrebbero invece concentrarsi di più a tentare di capire come fare a sopravvivere all’impatto, inevitabilmente violento, che subiranno e che stanno già subendo a seguito della diffusione di questa tecnologia.
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