Intervistato nella giornata di ieri da Les Echos (periodico francese) Bertrand Perez, a capo della libra association (la noprofit che controllerà la nuova moneta), ha dichiarato che Libra verrà lanciata entro il secondo trimestre 2020 e che attualmente il maggiore sforzo si sta concentrando nel superare gli ostacoli normativi; considerando le prese di posizione del ministro delle finanze francese, circolate proprio ieri, mi permetto di nutrire qualche perplessità relativamente alle capacità della libra association di superare tali ostacoli in tempi così rapidi, ma per adesso toccherà concedergli il beneficio del dubbio.
Il lancio di libra avverrà nel secondo trimestre 2020
Nel corso dell’intervista c’è stato modo di entrare nel merito delle preoccupazioni, espresse da diverse autorità in diversi paesi, che libra possa finire col mettere a repentaglio la stabilità finanziaria globale, tuttavia Perez ha rispedito al mittente ogni accusa dichiarando che:
“Queste preoccupazioni sull’effetto destabilizzante che la nostra valuta di riserva potrebbe avere sulle valute legali delle banche centrali, che faranno parte del nostro paniere, ci sembrano infondate; non desideriamo creare nuove forniture di denaro tramite il token ne tanto meno metterci in competizione con i fondi tipo BlackRock“
Pur essendo sostanzialmente d’accordo con Perez da questo punto di vista credo che, mettendo da parte le dichiarazioni di Bruno Le Maire (il ministro delle finanze francese) che paiono del resto sempre più deliranti, libra non costituisca ne un rischio per la stabilità finanziaria ne tanto meno mette a repentaglio la sovranità monetaria degli stati, tuttavia qui il punto è proprio un altro. I veri problemi per libra riguardano la privacy degli utenti e questo è vero sia da un punto di vista normativo sia per quanto riguarda il supporto che questo progetto potrà ricevere dalla comunità. Le criptovalute, come qualunque altra moneta, si reggono anche loro sulla fiducia e la comunità delle cripto non ha alcuna fiducia in libra.
C’è da stare certi che, ammesso che questa moneta venga effettivamente emessa nei tempi previsti, incontrerà molto astio da parte della comunità, cosa che appare abbastanza evidente sin da ora; nonostante proprio la comunità abbia riservato parole molto dure contro il ministro francese, infatti, non stava affatto (come potrebbe sembrare) difendendo libra ma stava difendendo l’ecosistema delle cripto.
Quando si arriverà, e se si arriverà, al lancio vero e proprio di questa moneta emergerà tutta l’avversione che la comunità delle cripto ha verso facebook, non è infatti un caso che il social preferito dagli appassionati sia twitter e che la stessa comunità delle cripto abbia partecipato attivamente alle diverse campagne attraverso le quali si invitavano gli utenti a cancellare i propri account sul social di Zuckerberg; difficile immaginare quindi che libra possa contare sul supporto genuino di qualcuno all’interno della comunità (chiaramente non avranno problemi a comprarselo, ma questo è un altro discorso), mentre anche tra i propri utenti più affezionati dovrà fare i conti con la reticenza verso il mondo delle valute virtuali che caratterizza quasi tutti coloro che non fanno parte della comunità.
Insomma, è un po’ ingenuo pensare che l’unica sfida di libra sia risolvere i problemi di carattere normativo, comunque non esattamente trascurabili, superato questo scoglio ci sarà da costruire la necessaria fiducia intorno al progetto e sarà proprio quello lo scoglio più duro da superare. Come ho già avuto modo di scrivere, per concludere, Libra mi ricorda da vicino Google Plus; quando big G lancio il suo social tutti pensammo che, vista la rilevanza dell’azienda in campo, il progetto fosse destinato a durare nel tempo, invece la piattaforma non è mai decollata ed oggi non esiste più, esattamente quello che potrebbe succedere alla cripto made in facebook se non riuscirà a costruire intorno alla moneta la necessaria fiducia da parte degli utenti.
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