La falla nella sicurezza che ha portato il furto di NEM dall’exchange Coincheck ha portato alla ribalta della cronaca questa criptovaluta di cui si sente poco parlare, per lo meno in Italia.
Cosa sono i NEM?
Nem è una criptocurrency nata nel marzo 2015 ed è usata principalmente in Giappone, grazie al fatto che una versione per il business della sua blockchain è stata sviluppata ed è testata da diverse entità finanziarie del paese del Sol Levante.
Tra le caratteristiche che la rendono diversa dalle altre criptovalute presenti sul mercato spicca senz’altro il concetto di Proof of Importance, in alternativa ai più noti Proof of Work di Bitcoin e Proof of Stake di DASH o NEO
Quando si parla di Proof of Work si intende che per creare nuova valuta serve che i nodi della rete che si occupano del funzionamento della blockchain portino a termine un lavoro. Nel caso del Bitcoin ad esempio è risolvere un problema crittografico molto difficile che, alla difficoltà attuale, richiede hardware ad hoc per ottenere dei risultati maggiori alle spese.
Nel proof of stake invece, un nodo è ritenuto più idoneo rispetto ad un altro a creare valuta o a convalidare transazioni in base a quanta valuta questo possiede: più un nodo possiede valuta e più è considerato “autorevole”. Nel proof of importance per essere considerati “autorevoli”, conta sia il numero di coin appartenenti ad un nodo ma anche il numero di transazione che questo ha effettuato sia in entrata che in uscita dal proprio wallet.
In particolare nel caso di NEM, tutti i nodi che posseggono almeno 10000 XEM (XEM è il plurale di NEM), hanno importanza maggiore di 0. Questo, insieme al numero di XEM massimo di 8.999.999.999 XEM massimi disponibili, fanno si che al massimo ci siano 899.999 nodi con importanza diversa da 0, ma non essendo ancora una valuta molto diffusa non ci si aspetta a breve di raggiungere questo massimo teorico. La generazione di nuovi blocchi è chiamata “harvesting”, raccolta, ed è riservata ai nodi che hanno almeno 10000 XEM nel proprio wallet interno e sono sincronizzati alla rete (hanno quindi la blockchain scaricata in locale).
NEM inoltre supporta la multi signature per i propri wallet, ovvero la necessità di avere più approvazioni da diverse persone proprietarie di un wallet, prima di effettuare un movimento di NEM. Questa è una feature molto utile in caso di wallet in comune tra più persone, come appunto nel caso degli exchange che hanno un unico wallet per valuta contenente tutti i token depositati dagli utenti. Proprio la mancanza di implementazione di questa feature ha permesso agli hacker di sotrrarre i NEM a Coincheck.
Certamente si tratta di una valuta interessante e con dei buoni sbocchi commerciali, come dimostrano le applicazioni in varie banche giapponesi, ma il fatto che il mining non sia alla portata di tutti può portare accentramento di potere nella blockchain.
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