La quotazione del primo ETF Chainlink negli Stati Uniti segna un punto di svolta per l’adozione degli asset digitali e la 13° criptovaluta per capitalizzazione di mercato $LINK.

Grayscale lancia l’ETF su Chainlink (GLNK)
Grayscale ha ufficialmente lanciato GLNK, il primo prodotto basato su Chainlink quotato negli Stati Uniti, attivo ora su NYSE Arca. Si tratta di un Exchange-Traded Product a zero commissioni al debutto, progettato per offrire agli investitori un’esposizione regolamentata al token LINK e al settore emergente dell’infrastruttura dati blockchain. GLNK detiene direttamente LINK e rappresenta un ponte tra mercato tradizionale e tecnologia degli oracoli decentralizzati, fondamentali per la tokenizzazione e per la comunicazione tra blockchain e sistemi legacy.
L’azienda evidenzia la natura ad alto rischio del prodotto, sottolineando che non si tratta di un ETF tradizionale. Tuttavia, la sua introduzione rappresenta un riconoscimento della crescente domanda per soluzioni critiche come quelle di Chainlink, leader negli oracoli decentralizzati che collegano dati del mondo reale agli smart contract.
Prezzo di LINK in calo nonostante il debutto dell’ETF
Nonostante il lancio del nuovo veicolo finanziario, LINK ha registrato un calo del 22% nell’ultimo mese, accentuando un trend ribassista che lo ha portato a circa 13 dollari. L’altcoin segna una perdita del 44% da inizio anno, in netta contraddizione con l’ottimismo che aveva accompagnato l’annuncio del listing di GLNK.
Il prezzo continua a muoversi in un canale discendente, con ogni tentativo di breakout respinto dalla trendline superiore. Anche l’AO (Awesome Oscillator) è passato in territorio negativo, confermando una perdita di momentum rialzista.
Gli analisti ritengono plausibile una discesa verso il supporto dei 10,99 dollari, salvo un improvviso aumento della domanda in risposta all’ETF, che potrebbe spingere LINK verso 14,98 dollari o, in caso di forte slancio, fino a 17,45 dollari.
Debolezza degli indicatori on-chain
I dati on-chain mostrano una riduzione significativa del coinvolgimento nel network. L’Activity Retention Rate è scesa al 22,13%, indicando che meno di un quarto degli utenti attivi nel mese precedente continua a utilizzare la rete Chainlink in quello successivo. È un segnale di debolezza nel breve periodo, pur non implicando necessariamente una perdita di interesse strutturale.
Anche il dato MVRV Long/Short Difference è sceso in territorio negativo, con i livelli più bassi da agosto. Ciò suggerisce che sia gli investitori di breve periodo sia quelli di lungo periodo stanno attualmente registrando perdite non realizzate. Storicamente, letture molto negative possono anticipare fasi di inversione, ma allo stato attuale la pressione ribassista rimane prevalente.
La Fed conclude il Quantitative Tightening
Parallelamente alle dinamiche di Chainlink, i mercati stanno reagendo al cambiamento più significativo degli ultimi anni nella politica monetaria statunitense. Il 1° dicembre 2025, la Federal Reserve ha dichiarato la fine del programma di Quantitative Tightening, che dal 2022 aveva drenato fino a 95 miliardi di dollari al mese dal sistema finanziario.
Il bilancio della Fed è ora stabilizzato a 6570 miliardi di dollari, rimuovendo una delle principali forze che hanno compresso la liquidità e pesato sugli asset rischiosi, incluse le criptovalute. È però fondamentale distinguere che la fine del QT non equivale al ritorno del Quantitative Easing.
Il sistema bancario rimane sotto pressione, come suggerito dall’intervento della Fed del 2 dicembre, con 13,5 miliardi di dollari in repo overnight per garantire la liquidità interbancaria. Non si tratta di creazione netta di denaro, ma di una misura tecnica per evitare tensioni sistemiche.
Gli analisti ritengono che la fine del QT possa stabilizzare i mercati nel breve termine, mentre nel medio periodo potrebbe preparare il terreno a un rally più solido nel 2026, specialmente se i tassi d’interesse dovessero iniziare a scendere, possibilità ormai valutata all’86% entro fine anno.
Maxi Doge: il fenomeno che unisce viralità e staking
In un panorama in cui gli investitori cercano esposizione regolamentata ad asset digitali alternativi come Chainlink e monitorano con attenzione i segnali macro della Fed, progetti emergenti come Maxi Doge trovano spazio in una narrativa complementare, quella delle meme coin ad alto potenziale.
Maxi Doge è una meme coin di nuova generazione ispirata all’estetica e all’ironia dei classici token stile canino come DOGE, BONK e SHIB, ma con un’identità più aggressiva e fortemente orientata al rendimento. Rappresentato come il “cugino muscoloso e frustrato di Doge”, il progetto punta a catturare l’attenzione dei trader attraverso un mix di viralità, gamification e tokenomica pensate per stimolare la domanda nei primi mesi di vita.
La prevendita di $MAXI ha raccolto oltre 4,2 milioni di dollari finora, con un prezzo attuale di 0,000271 dollari e un obiettivo finale di 15,76 milioni di dollari.
Una delle caratteristiche più attrattive del token $MAXI è lo staking con un rendimento annuo del 72%, destinato a diminuire man mano che più utenti partecipano. Maxi Doge mira inoltre a introdurre Futures con leva fino a 1.000x e competizioni di trading a premi che rafforzano il coinvolgimento della community.
Gli audit si SolidProof e Coinsult sono stati superati, offrendo maggiore credibilità, e l’acquisto del token è disponibile sul sito ufficiale o l’app di Best Wallet, utilizzando ETH, BNB, USDT, USDC o carta di credito.
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