Il mercato delle criptovalute sta attraversando un momento delicato: dopo aver toccato un massimo storico di 126.000 dollari, Bitcoin è sceso a quota 85.000 dollari, riportando un clima di forte timore tra gli investitori. L’indice Crypto Fear & Greed indica “estrema paura”, segno di sfiducia e cautela diffusa. Eppure, proprio in queste fasi di incertezza, i grandi sostenitori di Bitcoin vedono le opportunità migliori.
Tra questi spicca Michael Saylor, fondatore ed executive chairman di Strategy (MSTR). Secondo lui, il calo attuale è solo una fisiologica correzione, mentre il vero potenziale di Bitcoin deve ancora emergere. La sua visione? Entro i prossimi 21 anni, un singolo Bitcoin potrebbe arrivare a valere 21 milioni di dollari, con un incremento del 24.600% rispetto ai valori attuali. Una previsione estrema, ma basata su alcuni dati e storiche performance che meritano attenzione.
È una previsione realistica o solo entusiasmo da maximalist?
A prima vista parlare di 21 milioni di dollari per un Bitcoin può sembrare pura utopia. Tuttavia, fino a pochi mesi fa, molti analisti ritenevano plausibile un BTC da 1 milione di dollari entro il 2030. Una crescita di questo tipo, secondo Saylor, non richiederebbe miracoli ma “semplicemente” un rendimento composto annuo (CAGR) del 30% per i prossimi 20 anni.
Non così impossibile come sembra: tra il 2017 e il 2025, Bitcoin ha registrato un CAGR del 50%. Anche le previsioni da 1 milione di dollari entro il 2030 si basano su tassi simili. In otto degli ultimi dieci anni, Bitcoin è stato l’asset finanziario più performante al mondo, superando azioni tech, oro, immobiliare e obbligazioni. Dal 2012 al 2025, ha regalato diversi anni con rendimenti a tripla cifra.
L’accelerazione degli investimenti istituzionali
La previsione di Saylor si fonda soprattutto su un fattore chiave: l’adozione istituzionale. Quando banche, fondi pensione, assicurazioni, multinazionali e governi iniziano a considerare Bitcoin come riserva di valore e asset strategico, la domanda può crescere in modo esponenziale.
Il primo grande passo è avvenuto con i Bitcoin ETF spot, che in soli 12 mesi hanno raccolto oltre 100 miliardi di dollari. Per molti grandi investitori, questi ETF hanno rappresentato l’ingresso “ufficiale” in Bitcoin, con le stesse modalità di investimento utilizzate per le azioni tecnologiche.
Ma c’è un rovescio della medaglia: l’ingresso massiccio di capitali istituzionali ha portato maggiore leva finanziaria, scommesse estremamente rischiose e potenziali flash crash, in cui miliardi possono andare in fumo in poche ore. Inoltre, molte aziende stanno adottando il modello delle Bitcoin Treasury Companies, facendo debiti pur di accumulare BTC nei loro bilanci. Ma se il prezzo dovesse crollare dell’80% o 90%, chi riuscirebbe davvero a resistere?
Saylor afferma che la sua Strategy potrebbe reggere anche uno scenario estremo. Ma le aziende minori, con meno liquidità, finirebbero probabilmente costrette a vendere, innescando ulteriori cali di prezzo.
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Cosa osservare nei prossimi mesi
Dicembre 2025 potrebbe rappresentare un punto di svolta cruciale per Bitcoin. L’attuale fase di correzione è solo un momento passeggero o l’inizio di un ciclo ribassista più profondo?
Gli elementi da monitorare con maggiore attenzione saranno:
- la solidità delle Bitcoin Treasury Companies;
- la capacità degli istituzionali di mantenere e non liquidare le posizioni;
- l’eventuale ingresso di nuovi attori regolamentati, come fondi pensione e governi;
- l’evoluzione delle leggi pro-crypto negli Stati Uniti e in Europa.
Se i grandi detentori di Bitcoin continueranno a comprare e mantenere (“HODL”), la possibilità di mantenere una crescita annuale vicina al 30% diventerà sempre più concreta.
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La strada verso i 21 milioni: possibile, ma sicuramente non lineare
Se la previsione di Saylor si avvererà, tra 21 anni un solo Bitcoin potrebbe valere 21 milioni di dollari, trasformando anche piccoli investimenti di oggi in patrimoni enormi. Ma ci arriverà dopo un percorso lineare e tranquillo? Sicuramente no.
La storia insegna che Bitcoin alterna fasi esplosive di crescita a correzioni profonde, anche superiori al 70%. Chi decide di investire, quindi, deve conoscere tre parole chiave: volatilità, pazienza e visione di lungo termine.
Il tempo dirà se Saylor avrà avuto ragione. Ma un fatto è già evidente: Bitcoin non è più solo una curiosità tecnologica. È ormai un asset globale, capace di influenzare istituzioni, aziende, mercati e politiche economiche. E questo, al di là di ogni previsione, rappresenta il vero motivo per cui molti continuano a credere nel suo futuro.
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