Con l’avvicinarsi del nuovo anno, molti investitori stanno rivedendo i propri portafogli crypto alla ricerca delle opportunità più interessanti. Due dei nomi più discussi sono Dogecoin (DOGE), la moneta meme per eccellenza, e Bitcoin (BTC), la criptovaluta leader del mercato. Ma quale delle due può davvero offrire maggiori prospettive nel 2026?
Dogecoin: un token alla ricerca di nuovi stimoli
Nato nel 2013 come parodia del mondo delle criptovalute, Dogecoin è passato dall’essere una semplice battuta online a un fenomeno speculativo globale. Nel 2021 ha toccato il massimo storico di 0,73 dollari, con una capitalizzazione che ha superato i 90 miliardi, più di aziende quotate in Borsa. Tuttavia, la sua natura di meme token lo rende estremamente volatile e privo di un reale valore d’uso.
Secondo il portale Cryptwerk, solo poco più di 2.000 attività accettano Dogecoin come metodo di pagamento, un numero troppo basso per sostenere una domanda concreta. La maggior parte degli investitori entra sul mercato solo per pura speculazione, alimentata spesso dalle dichiarazioni di Elon Musk, che con i suoi tweet e apparizioni pubbliche ha spinto DOGE verso rally improvvisi.
Dopo il boom legato alla vittoria di Donald Trump nel 2024 e alla nomina di Musk a un’agenzia governativa chiamata Department of Government Efficiency (DOGE), il token ha toccato i 0,48 dollari. Ma senza veri progetti alle spalle, il prezzo è tornato a scendere e oggi manca un catalizzatore solido in grado di sostenerne la crescita.
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Bitcoin: la criptovaluta che continua a consolidarsi
A differenza di Dogecoin, Bitcoin ha costruito negli anni una narrativa molto più robusta. Nonostante non sia utilizzato quotidianamente come mezzo di pagamento, è visto da sempre più investitori come un bene rifugio digitale, paragonato all’oro per via della sua scarsità.
Il protocollo prevede infatti un tetto massimo di 21 milioni di BTC, un limite che lo rende un asset raro e resistente all’inflazione, mentre Dogecoin ha un’offerta illimitata. Inoltre, l’approvazione da parte della SEC dei primi ETF spot su Bitcoin ha aperto le porte agli investitori istituzionali, offrendo un accesso regolamentato e sicuro a chi prima temeva i rischi legati alla custodia diretta.
Le prospettive a lungo termine restano ambiziose: la CEO di Ark Invest, Cathie Wood, ipotizza un prezzo fino a 3,8 milioni di dollari entro il 2030, mentre Michael Saylor (Strategy) arriva a prevedere addirittura 21 milioni di dollari per singolo BTC entro il 2045. Anche senza credere a queste stime estreme, il trend resta chiaramente rialzista.
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Quale conviene nel 2026?
Guardando alle prospettive, Dogecoin rimane una scommessa speculativa, legata quasi esclusivamente al sentiment del mercato e all’influenza di Musk. Può regalare guadagni rapidi in caso di nuovi rally, ma manca di fondamentali solidi e il rischio di perdite pesanti è altissimo.
Bitcoin, invece, pur restando un asset volatile, gode di una fiducia crescente come riserva di valore e continua a ricevere l’interesse di grandi investitori e istituzioni. Per chi cerca stabilità e potenzialità di crescita nel medio-lungo periodo, BTC appare la scelta più sensata anche nel 2026.
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