Il lancio di JPMD sulla blockchain di Coinbase rappresenta un passo decisivo per l’integrazione della finanza tradizionale con il mondo delle criptovalute.
JPMD: la nuova frontiera della finanza istituzionale
JPMorgan Chase, la più grande banca degli Stati Uniti, ha annunciato una nuova mossa strategica nel mondo delle criptovalute lanciando JPMD, un innovativo token di deposito. La novità più rilevante non è solo l’ingresso in un settore già affollato, ma la scelta di un partner di peso come il cripto exchange Coinbase per avviare il progetto e la decisione di utilizzare Base, la layer2 pubblica di Ethereum sviluppata proprio da Coinbase. La partnership mira a creare uno strumento finanziario su misura per clienti istituzionali, distinguendosi nettamente dalle stablecoin tradizionali.
Contrariamente alle aspettative di molti osservatori, JPMD non sarà una stablecoin classica, ma un token di deposito, ovvero una rappresentazione digitale di un deposito bancario. Questo significa che ogni token emesso rappresenterà un credito reale verso JPMorgan, offrendo quindi una maggiore integrazione con i sistemi finanziari esistenti. Sarà riservato esclusivamente ai clienti istituzionali della banca, come grandi aziende e fondi pensione, garantendo continuità con la normativa bancaria tradizionale.
Il nuovo token permetterà trasferimenti 24 ore su 24 e pagamenti transfrontalieri B2B, operando in un contesto regolamentato ma sfruttando l’efficienza delle blockchain pubbliche. Secondo Naveen Mallela, co-responsabile globale della divisione blockchain Kinexys di JPMorgan, questo tipo di token offre maggiore certezza contabile rispetto alle stablecoin, poiché può essere considerato a tutti gli effetti come un deposito bancario a bilancio.
Il contesto normativo: l’effetto traino del GENIUS Act
Il lancio di JPMD arriva in un momento strategico, a ridosso dell’approvazione al Senato del GENIUS Act, il primo disegno di legge sulle stablecoin passato da una delle due camere del Congresso. Con 68 voti favorevoli e 30 contrari, la proposta mira a definire chiaramente il quadro normativo per le stablecoin ancorate al dollaro, incentivando il rientro dell’innovazione fintech su suolo americano. Il disegno, pur dovendo ancora essere approvato dalla Camera, ha già scatenato un’ondata di entusiasmo nei mercati e tra gli operatori del settore.
L’impatto della legge è stato immediato, con il titolo di Circle (CRCL), emittente di USDC, che ha guadagnato il 675% dal suo debutto in Borsa, e altre aziende come Amazon, Walmart e persino Apple e Google stanno valutando l’emissione di proprie stablecoin per ridurre le commissioni dei pagamenti tradizionali.
Anche l’Europa si muove con Société Générale
Il colosso bancario francese Société Générale ha annunciato il lancio di una stablecoin ancorata al dollaro, denominata “USD CoinVertible”, attraverso la sua sussidiaria cripto SG-FORGE. Dopo il poco incisivo lancio di una stablecoin in euro nel 2023, la banca punta ora su un asset legato al dollaro, da rendere negoziabile pubblicamente a partire da luglio sulle blockchain Ethereum e Solana, mentre BNY Mellon curerà la custodia delle riserve.
Si tratta della prima iniziativa di questo tipo da parte di una grande banca europea, e riflette un trend globale verso l’adozione istituzionale di stablecoin regolamentate, in grado di semplificare le transazioni globali e aumentare l’efficienza operativa.
Best Wallet è lo strumento utile per l’era digitale
Con questo scenario in forte evoluzione, Best Wallet si distingue come una delle soluzioni più avanzate per la gestione di asset digitali. Si tratta di un wallet non-custodial che consente agli utenti di conservare, gestire e scambiare criptovalute in modo sicuro e anonimo, con accesso a funzionalità come l’aggregatore di staking, supporto a oltre 60 blockchain, il DEX integrato e l’esclusiva sezione “Upcoming Tokens” per accedere in anteprima alle prevendite più promettenti.
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Al termine di tutte le fasi di prevendita, il token sarà distribuito agli investitori e successivamente verrà quotato sui principali exchange, rendendolo accessibile al mercato globale.
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