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Standard Chartered prevede un rialzo del 70% per Solana entro fine anno e $500 per il 2029

Standard Chartered prevede una crescita significativa del prezzo di Solana, sostenuta da sviluppi tecnologici come l’upgrade Alpenglow, l’adozione istituzionale con ETF e il crescente spostamento dei token SOL verso la self-custody e lo staking.

La previsione della banca inglese per SOL

La banca britannica Standard Chartered ha recentemente pubblicato una previsione ottimista sul futuro di Solana ( SOL), indicando che il prezzo della sesta criptovaluta più grande del mercato potrebbe raggiungere i 275 dollari entro la fine del 2025 e toccare i 500 dollari entro il 2029. Attualmente, Solana viene scambiata a circa 162 dollari, il che implica un potenziale aumento del 70% nel breve termine e fino al 205% sul lungo periodo

Tuttavia, la banca mantiene una visione prudente, segnalando che nonostante la crescita prevista, Solana potrebbe comunque sottoperformare rispetto a Ethereum, la seconda cripto più grande del settore, nei prossimi 2 o 3 anni. Geoff Kendrick, responsabile della ricerca sugli asset digitali per Standard Chartered, ha affermato che il rapporto di prezzo Ethereum/Solana passerà da circa 14 a 17 entro il 2027, confermando così il predominio di ETH su SOL nel medio termine.

Un ecosistema in evoluzione tra DeFi e memecoin

Solana ha guadagnato popolarità grazie al suo ruolo centrale nel trading di meme coin, criptovalute spesso guidate da trend virali piuttosto che da fondamentali economici. 

Tuttavia, Standard Chartered segnala che l’attività legata alle memecoin sulla blockchain di Solana potrebbe aver già superato il suo picco, un fattore che potrebbe pesare sul valore della rete. 

Il calo di utilizzo, combinato con la percezione che Solana sia “a buon mercato” rispetto ai ricavi generati dalle applicazioni costruite sulla sua blockchain, definiti da Standard Chartered come il suo “PIL”, non è considerato un buon segnale.

Il calo dei depositi sugli exchange: segnale di forza?

Un altro elemento molto positivo per Solana è il drastico calo delle riserve di SOL sugli exchange centralizzati, scese a 27,01 milioni di token, il livello più basso dal 2022. Questo dato rappresenta un calo del 27,4% rispetto ai 37,22 milioni di marzo e indica un crescente interesse da parte di investitori istituzionali per la custodia autonoma. 

Dopo il lancio dei primi ETF futures su Solana a marzo, grandi operatori finanziari come Grayscale, Fidelity e Franklin hanno presentato richieste per ETF spot. Bloomberg stima una probabilità del 90% che vengano approvati entro il 2025, alimentando l’ottimismo istituzionale.

Il trend è ulteriormente rafforzato dallo staking, circa il 64% dell’offerta circolante di SOL è attualmente messo in staking attraverso protocolli come Raydium, Jito e Marinade, incentivando il trasferimento di token verso wallet privati per partecipare alle ricompense. 

Alpenglow e l’evoluzione tecnica della rete Solana

In parallelo, Solana si prepara a un cambiamento radicale con l’aggiornamento Alpenglow, presentato alla conferenza Accelerate di New York. Questa proposta prevede l’abbandono del meccanismo di consenso proof-of-history in favore di un proof-of-stake avanzato, riducendo il tempo di finalizzazione dei blocchi da 12,8 secondi a soli 150 millisecondi. 

Al centro di Alpenglow ci sono due moduli, Votor per la votazione e finalizzazione dei blocchi, e Rotor, che sostituirà il sistema attuale con uno basato sul PoS. Il cofondatore Anatoly Yakovenko ha espresso il suo pieno supporto, sottolineando che il nuovo meccanismo soddisfa i requisiti di efficienza e determinismo nella finalizzazione.

Tuttavia, non mancano le critiche. Jeff Garzik, noto sviluppatore del core team di Bitcoin, ha sollevato dubbi sulla sostenibilità della velocità promessa da Solana senza sacrificare sicurezza e decentralizzazione. Secondo Garzik, le leggi fisiche impongono un limite minimo alla latenza su scala globale, e superarlo implicherebbe inevitabili compromessi tecnici.

Solaxy: la Layer2 di Solana che punta alla scalabilità

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All’interno dell’ecosistema Solana, un progetto emergente di particolare rilievo è Solaxy (SOLX), che si propone come la prima Layer2 costruita specificamente per migliorare la rete Solana ed essere compatibile con le reti EVM. L’obiettivo di Solaxy è quello di risolvere i problemi di congestione e di costo delle transazioni, offrendo una soluzione altamente scalabile e a basso costo.

Il progetto ha già raccolto oltre 42 milioni di dollari nella prevendita del token nativo utilizzato per governance e commissioni, con un prezzo di 0,00174 dollari per ogni $SOLX. Particolarmente interessante è l’opzione di staking disponibile già durante la fase di prevendita, che offre un rendimento annuo del 96%, incentivando a detenere il token nel lungo termine.

SOLX punta a integrarsi con il crescente ecosistema DeFi offrendo bassissime commissioni di transazione e una velocità elevata anche durante i periodi con alti volumi di scambio. 

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