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Ripple ha investito in bolt labs, una startup che si occupa di rendere anonime le transazioni con criptovalute

La notizia è di una certa importanza, diciamo anche che ha tutte le caratteristiche per essere una di quelle news che vengono definite “bullish”, capaci cioè da sole di favorire l’impennata dei prezzi; sono moderatamente certo che qualche analisi in tal senso emergerà, mettendola in relazione col grosso rialzo che, in pochi minuti, il prezzo di XRP ha avuto nella giornata di ieri. In realtà, come abbiamo visto nella nostra analisi settimanale pubblicata anch’essa nella giornata di ieri, ripple aveva appena toccato un supporto solido, in prossimità del quale era plausibile aspettarsi un’inversione.

Ripple investe su Bolt Labs

A parte le questioni inerenti al trading, che in questa sede ci interessano poco (anche perché non è detto che l’esplosione di volatilità avvenuta nelle ultime ore corrisponda effettivamente a un’inversione del trend in chiave rialzista) concentriamoci sulla notizia che, in se, è veramente molto succosa. Con un post pubblicato in data 17/04 sul proprio blog, infatti, il ramo di ripple dedicato agli investimenti (Xpring) ha comunicato di aver investito in bolt labs, una startup attiva nel favorire la possibilità di transazioni anonime usando le maggiori criptovalute. Dietro l’operazione ci sarebbe anche Zooko Wilcox, CEO della Electric Coin Company (l’azienda che controlla Zcash), così come confermato dallo stesso Wilcox in un’intervista a Forbes il quale ha dichiarato che proprio la sua azienda ha contribuito alla prima raccolta fondi in favore di Bolt Labs.

Wilcox, tra le altre cose, è stato anche nominato consulente della startup. Sul sito dell’azienda è possibile leggere che la mission di Bolt Labs è quella di riuscire a garantire transazioni veloci, scalabili e private per monete come Bitcoin ed Ethereum, cosa che la pone sostanzialmente come un competitor di Lightning Network (con la differenza che quest’ultimo è un progetto “pubblico” mentre Bolt Labs è un’azienda privata); pur riconoscendo l’ottimo lavoro fatto dagli sviluppatori la startup entra chiaramente in polemica con LN nel momento in cui evidenzia come le transazioni effettuate su questa rete non siano automaticamente anonime e ci sia anzi la possibilità che trapelino informazioni sui beneficiari.

Bolt labs, invece, lavorando su un protocollo zero knowledge proof, punta a pervenire alla quadratura del cerchio, risolvendo quindi l’annoso trilemma della scalabilità e consentendo alla rete di processare un elevato numero di transazioni, in maniera veloce, senza mettere a repentaglio ne la sicurezza ne la decentralizzazione delle principali monete (bitcoin ed ethereum su tutte) e riuscendo a garantire anche un miglioramento della privacy degli utenti; tutto questo aumentando l’anonimato delle transazioni attraverso un uso accurato del protocollo a zero grado di conoscenza. L’idea è molto ambiziosa ma, come molte altre startup in diversi settori ci hanno già dimostrato in passato, tra il dire e il fare, come si suol dire, c’è di mezzo più che il mare, in questo caso, un vero e proprio oceano; quello che bolt labs si propone di fare non è esattamente la cosa più facile del mondo, se però dovesse centrare l’obiettivo allora la cosa avrebbe un enorme impatto e questo tipo di tecnologia potrebbe finire con l’essere usata comunemente dalle maggiori criptovalute, inclusa ovviamente anche la stessa XRP cosa che, inevitabilmente, consentirebbe a ripple di guadagnare un bel po’ di punti agli occhi dei potenziali investitori.

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