Notai e blockchain: la tecnologia bitcoin rivoluzionerà anche il mondo degli atti notarili

Che la blockchain per i notai rappresenti un vero e proprio incubo è cosa abbastanza risaputa, sin dalla sua nascita, infatti, questa tecnologia è stata messa da subito in relazione con l’attività notarile in virtù del fatto che i documenti che su essa vengono caricati sono sostanzialmente impossibili da modificare nel momento in cui sono stati validati; nonostante però più o meno tutti si siano resi conto dell’impatto che questa tecnologia avrebbe avuto sull’attività dei notai le cose sono, ovviamente, più complesse di quanto non sembrino sulla carta e non è quindi un caso che, nonostante la blockchain esista orma da dieci anni, i notai siano ancora ben lungi dallo sparire. Del rapporto tra tecnologia e professionisti (in questo specifico settore) s’è molto scritto e sul web italiano potete trovare tonnellate di articoli che trattano l’argomento ma quasi nessuno di questi lo fa in maniera organica e completa; in questo post vogliamo quindi tentare di approfondire meglio il tema, affrontandolo a trecentosessanta gradi, di modo da fornire a chi ci legge un quadro il più completo possibile su quella che è la situazione attuale.

La figura del notaio nel mondo: differenze tra sistemi civil law e common law

Prima di entrare nel merito di quelle che sono le mansioni e il ruolo del notaio nel nostro paese è opportuno fare una serie di precisazioni di modo da comprendere meglio per quale motivo leggiamo continuamente che i notai verranno spazzati via dalla blockchain e soprattutto perché questa affermazione non è completamente vera. La prima distinzione da fare (che non tutti i nostri lettori possono conoscere) è quella relativa ai diversi ordinamenti giuridici; sostanzialmente, quindi, si distinguono due differenti sistemi:

– Civili law: è l’ordinamento cui facciamo riferimento anche nel nostro paese, conosciuto anche come “diritto continentale” o “diritto romano-germanico” identifica un modello che trae ispirazione dal diritto romano classico (per questo spesso sentiamo dire che “noi italiani abbiamo inventato il diritto”) ed ha come principale caratteristica quella di fondarsi sui “codici”, cioè su un complesso di leggi che definiscono strettamente situazioni specifiche

– Common law: è il modello di riferimento del mondo anglosassone e si fonda su ciò che viene chiamato “diritto giurisprudenziale”, un modello in cui le sentenze dei giudici fanno giurisprudenza, hanno cioè valore di legge.

La differenza tra questi due modelli, riassumendo e semplificando, è che nel caso del civil law le leggi vengono scritte da organi politici e i giudici si limitano ad applicarle, nel caso invece del common law sono le sentenze pronunciate dai giudici ad acquisire valore di legge e a fornire il quadro di riferimento per ogni successivo caso simile che si dovesse presentare. E’ importante introdurre questa distinzione nel momento in cui trattiamo di notai e blockchain perché nei due diversi modelli la figura del notaio assume un ruolo profondamente differente. Il notaio, infatti, così come lo conosciamo in Italia esiste solo in un’ottantina di paesi nel mondo e sostanzialmente proprio in quelli che adottano il modello del diritto continentale, mentre nei restanti paesi (principalmente quelli anglosassoni) l’equivalente del nostro notaio ha un ruolo molto meno rilevante; anche in questo caso, quindi, dobbiamo distinguere tra due figure che (pur essendo equivalenti tra loro) hanno un peso specifico molto differente. Prima di passare oltre, quindi, precisiamo che occorre distinguere tra:

– Notaio latino: è la figura del notaio così come tipicamente la conosciamo nel nostro paese, una professionalità che abbiamo inventato sostanzialmente noi italiani e che gli altri paesi nel mondo hanno mutuato direttamente da noi

– Public notary:  è l’equivalente del notaio italiano nei sistemi di common law ma con un ruolo molto meno rilevante.

Detto questo (ci tornerà utile nei paragrafi successivi), andiamo ora a definire qual è il ruolo e le mansioni che il notaio svolge nel nostro paese.

Qual è il ruolo riconosciuto ai notai dalla legge italiana e quali sono le loro mansioni

Il notaio nei paesi che adottano il modello civil law (inclusa quindi anche l’Italia) è a tutti gli effetti un pubblico ufficiale; la principale prerogativa del “notaio latino” consiste nell’attribuzione di pubblica fede degli atti da lui validati. In altre parole, quindi, gli atti notarili nel nostro paese costituiscono “piena prova” e devono essere considerati sempre veri anche dai giudici; in caso di falso questo costituisce reato e, in quanto tale, l’eventuale mala fede del notaio va dimostrata in tribunale. Detto questo andiamo ad illustrare brevemente quali sono le principali mansioni della figura del notaio nel nostro paese

  1. Riceve gli atti delle parti e li redige nella forma giuridicamente più indicata nel rispetto delle volontà espresse dalle parti e in conformità alla legge vigente
  2. Attribuisce pubblica fede, certifica cioè, come accennato, che quanto attestato nell’atto notarile corrisponde al vero
  3. Liquida e corrisponde le tasse per conto dello stato
  4. Pone in essere tutti gli adempimenti previsti dalla legge per ogni determinato atto
  5. Nell’attestare la proprietà sui beni immobili esegue tutti i controlli necessari a garantire le parti in causa (la figura del notaio deve quindi essere rigorosamente sopra le parti) e si assicura che ogni movimento di denaro avvenga in ossequio alle leggi anti-riciclaggio

Come e perché la blockchain rivoluziona l’attività dei notai

Nel definire il modo e il motivo per cui la blockchain è destinata a rivoluzionare l’attività dei notai ci torna ora estremamente utile aver introdotto la differenza tra il public notary e il notaio latino; se nel paragrafo precedente abbiamo illustrato le mansioni e il ruolo che il notaio ha nel nostro ordinamento ciò che ci manca di spiegare è la funzione del notaio nel mondo anglosassone che, a differenza di quanto accade nei sistemi civil law, si limita alla sola certificazione degli atti senza occuparsi della bontà, dell’efficacia, della validità, della legalità del documento firmato. A questo punto dovrebbe essere chiaro il motivo per cui leggiamo così spesso che la blockchain spazzerà via i notai dalla faccia della terra; questo è vero per quel che riguarda questa figura nel modello common law, ma non lo è altrettanto per quel che riguarda il resto del mondo; la blockchain, in altre parole, è perfettamente capace di sostituire la figura del public notary ma è difficile immaginare che possa fare altrettanto quando si parla di “notaio latino”. La convinzione, quindi, che questa tecnologia ucciderà la figura del notaio l’abbiamo mutuata sostanzialmente dagli USA; questo è infatti assolutamente vero per quel che riguarda l’america, lo è meno in un contesto come quello italiano. Acclarato questo, e cioè che la figura del public notary è destinata ad essere spazzata via dalla diffusione delle blockchain, proviamo a definire che tipo di impatto questa tecnologia può avere su questa figura professionale nel nostro paese. Se per quanto riguarda la dimensione della “pubblica fede” dell’atto la blockchain appare perfettamente idonea a sostituire la figura del notaio lo stesso non si può dire per quanto riguarda la scrittura dello stesso; occorrerà quindi sempre, in altre parole, che intervenga un notaio a redigere il documento; allo stesso modo se può bastare uno smart contract a liquidare e corrispondere le tasse per conto dello stato continua ad essere necessaria la figura del notaio per tutto ciò che riguarda l’adempimento ai vari obblighi di legge per ogni determinato atto.

I notai italiani e il caso notarchain

A differenza di molte altre istituzioni del nostro paese, che non sembrano aver ancora percepito la rilevanza che la tecnologia blockchain ha e l’impatto che è destinata ad avere sulla nostra società, i notai italiani sono stati molto reattivi nel misurarsi con questo tipo di innovazione; a riprova di questo la scelta, in collaborazione con IBM, di sviluppare Notarchain, una blockchain pensata su misura per rispondere alle esigenze dei cittadini (velocità, riduzione dei costi, etc) ma che al contempo garantisce la centralità della figura del notaio per tutto ciò che concerne la sua funzione di controllo della legalità. Tra le funzionalità più interessanti del progetto Notarchain abbiamo senza dubbio quella che riguarda l’attribuzione della proprietà intellettuale; grazie a questa blockchain, infatti, sarà possibile depositare presso un qualsiasi notaio italiano la propria “creazione” (il codice sorgente di un programma per esempio, ma in linea di massima qualunque altra creazione su cui sia possibile accampare diritti di proprietà intellettuale) ed assicurarsi così l’iscrizione in un registro condiviso con la Siae e la certezza di vedersi quindi riconosciuta la paternità sull’opera.

Conclusioni

A differenza di quanto probabilmente avverrà nei paesi anglosassoni, che adottano il modello common law, nei quali la figura del notaio verrà spazzata via dalla blockchain nei prossimi anni, è difficile immaginare che uno scenario del genere si realizzi anche in paesi come l’Italia e negli stati che adottano il modello civil law; la centralità della figura del notaio nel nostro ordinamento, infatti, è sancita per legge ed è scarsamente verosimile che tale rilevanza venga scalfita più di tanto da un’innovazione tecnologica di qualunque tipo. A questa considerazione bisogna poi aggiungere che i notai italiani hanno dimostrato una grande reattività nel sapersi adeguare alla spinta innovatrice provocata dalla blockchain dando vita a un progetto (notarchain) che automaticamente li pone alla guida dello sviluppo tecnologico in questo settore e al contempo chiude quasi completamente ogni spazio alla libera iniziativa privata in questo ambito. Quello che non dobbiamo mai dimenticare, poi, è che nel momento in cui andiamo a considerare le possibili applicazioni della blockchain fuori dall’ecosistema delle criptovalute (che sono anarchiche per definizione), ogni sviluppo possibile dovrà inevitabilmente misurarsi con il complesso di norme vigenti in un determinato paese e questo implica anche che l’impatto delle varie applicazioni di questa tecnologia sui diversi settori potrà variare anche sensibilmente da uno Stato all’altro. In ogni caso non bisogna cadere nell’errore di ritenere che l’uso della blockchain nel mondo notarile non finirà per cambiare radicalmente anche la realtà italiana (e degli altri paesi che adottano un ordinamento simile al nostro); l’uso di questa tecnologia, infatti, comporterà certamente numerosi benefici per i cittadini italiani, soprattutto per quel che riguarda lo snellimento burocratico e la riduzione dei costi. Inoltre, a differenza di quanto si potrebbe tranquillamente affermare se stessimo parlando di criptovalute, la natura sostanzialmente centralizzata di un progetto come notarchain non finisce affatto mutilarne le potenzialità; appare quindi necessario imparare a distinguere i vari ambiti di applicazione di questa tecnologia ed avere l’elasticità mentale per comprendere quanto sia inevitabile che il ricorso alla blockchain si declini in forme e modi differenti a seconda del settore in cui viene applicata.

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