Haruhiko Kuroda, governatore della banca centrale giapponese, durante il suo discorso per il 35° anniversario del FISC (centro per l’industria finanziaria e i sistemi di informazione), in corso proprio oggi, ha dichiarato che attualmente in Giappone non c’è una domanda che giustifichi l’emissione di una CBDC; secondo Kuroda in Giappone la liquidità in circolazione è ancora in aumento e, nonostante si siano fatti diversi studi in proposito, non è ancora emersa una necessità reale che possa indurre ad emettere una cripto di stato. Ovviamente, ha continuato il governatore, la banca centrale deve continuare le sue ricerche di modo da farsi trovare pronta nel momento in cui tale richiesta dovesse arrivare, sia che provenga dai comuni cittadini, sia che provenga dalle aziende del paese; al contrario, invece, esiste una grande varietà di monete private in Giappone, anche denominate in Yen, il cui uso è incoraggiato dalla stessa banca centrale di modo da renderle quanto più simili possibile a una vera e propria CBDC.
In pratica sembra che, almeno in questa fase, le autorità nipponiche siano più interessate a lavorare sulle criptovalute vere e proprie al fine di migliorare l’interoperabilità tra i vari sistemi di pagamento che ad emettere una propria CBDC, forse anche perché l’impatto che questo genere di strumenti potrebbe avere sull’economia reale non è ancora stato adeguatamente studiato. Diverso il discorso per le stablecoin, almeno per quelle che potrebbero avere una rilevanza globale (come nel caso di libra di facebook), in questo caso è lo stesso Kuroda ad invitare alla cautela la platea affermando che:
“Le stablecoin globali, a patto che siano garantite la certezza del diritto e la stabilità tecnica, possono offrire servizi di pagamento convenienti a molti utenti; tali vantaggi, però, non potranno mai essere goduti a pieno se prima non vengono adeguatamente affrontate le sfide legate al rischio di riciclaggio di denaro, alla sicurezza informatica e alla protezione dei dati di consumatori e investitori. “
In questo senso il Giappone si allinea quindi con i paesi del blocco occidentale, ribadendo nettamente che nessuna stablecoin di portata globale dovrebbe essere messa in circolazione se prima non si saranno chiariti tutti i dubbi di cui sopra; perché questo avvenga, ha proseguito il governatore della banca centrale, è necessario che le autorità cooperino a livello globale per dare vita a una regolamentazione comune di base per questi strumenti.
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