Messa al bando delle criptovalute: la corte suprema indiana rinvia la sentenza di un mese

L’India, come chi segue la politica internazionale sa benissimo, ormai da tempo dimostra di essere in piena confusione quando si parla di politica economica; basti pensare che nel 2016 il governo aveva ordinato di confiscare l’oro degli indiani (salvo solo i preziosi indossati dalle donne) come parte della strategia di lotta all’evasione. Non deve quindi stupire che ormai da tempo nel paese si stia tentando di approdare a una completa messa al bando delle criptovalute, il governo indiano ha le idee molto confuse e lo sta dimostrando in molti modi differenti. Andiamo con ordine, comunque, ed iniziamo col dire che la corte suprema dell’India ha sul suo tavolo una vertenza che riguarda il divieto imposto dalla RBI (la banca centrale del paese) di fornire ogni tipo di servizio legato alle criptovalute; divieto che si estende sia agli operatori del settore (come le piattaforme di scambio, ad esempio) sia alle banche tradizionali. Nel corso di una sessione tenutasi ieri la corte suprema ha deciso di rinviare la prossima udienza sul caso prima al 12 novembre, per poi posticiparla ulteriormente al 19 dello stesso mese. Ad Agosto, comunque, la stessa corte suprema si era espressa contro la banca centrale intimandole di affrontare i reclami presentati dai cittadini e di smetterla di rigettarli a priori; insomma, la RBI deve affrontare le conseguenze legali delle proprie azioni. Prima ancora l’alta corte di Delhi aveva criticato la banca centrale affermando che la decisione dell’RBI di bloccare integralmente ogni tipo di operatività inerente alle criptovalute violasse la costituzione; nonostante la banca centrale sia indipendente dal governo, quindi, non può sostituirsi al legislatore neanche sulle questioni che la riguardano più direttamente. Il governo indiano, però, nonostante abbia dato vita a numerosi incontri e tavoli interministeriali nel tentativo di decidere il da farsi continua a latitare, non prende in mano le redini della situazione e così facendo ha dato vita a un chiaro conflitto tra poteri autonomi dello stato che vede contrapporsi la banca centrale alla corte suprema generando uno scenario francamente inedito a livello internazionale. Per intenderci è come se in Italia volassero stracci tra bankitalia e corte di cassazione, cosa che, nonostante il nostro paese travalichi spesso il confine del ridicolo, non è mai successa nella storia della nostra repubblica; al massimo in cassazione nel nostro paese arrivano le opposizioni alle sanzioni emesse da bankitalia, ma non è mai successo che la corte abbia definito come incostituzionale il comportamento della nostra banca centrale. Sinceramente, ma potrei sbagliare, che io ricordi è la prima volta che sento parlare di qualcosa del genere; come accennato, però, che le istituzioni indiane stiano scivolando nel caos più totale è cosa nota ormai da diversi anni, non ci resta che aspettare metà novembre per capire meglio come evolverà la situazione.

blockchain india

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