Libra in Russia sarà trattata come le altre criptovalute, nessun ban per la moneta di facebook

Subito dopo la presentazione di libra sono iniziate a circolare voci relative al fatto che diversi governi stavano valutando di rendere questa moneta illegale nei rispettivi paesi; le dichiarazioni più forti provenivano dalla Russia, tuttavia nella giornata di oggi il vice ministro delle finanze, Alexei Moisseev, ha tenuto a chiarire la vicenda. Durante una conferenza stampa, rispondendo alle domande dei giornalisti su libra, Moisseev ha voluto precisare che la regolamentazione cui sarà soggetta la moneta sarà la stessa di tutte le altre criptovalute e che non ci sarà un regolamento ad hoc per libra ne tanto meno un ban. Secondo quanto affermato dal vice ministro delle finanze la moneta della Russia è il rublo e il governo non intende permettere che questo cambi, l’idea è quella di equiparare le criptovalute a valuta estera, di conseguenza le persone potranno continuare a possederle, a scambiarle ma non potranno spenderle nel paese (se non ovviamente per mezzo delle carte prepagate a conversione istantanea). Moisseev ha inoltre ribadito la volontà di introdurre una nuova regolamentazione che renda legali le criptovalute in Russia, ma ha lasciato intendere che la normativa allo studio della duma sarà abbastanza rigida. Il vice ministro non ha nascosto ai giornalisti che molti imprenditori russi stanno facendo pressione sul governo perché introduca normative ad hoc che consentano di sfruttare appieno le opportunità di ottenere finanziamenti per mezzo delle ICO, garantendo alle autorità che la loro intenzione è di usare questi strumenti in maniera trasparente e nel rispetto delle leggi del paese; già una decina di giorni fa, durante un’altra conferenza stampa, Moisseev aveva confermato ai giornalisti che nonostante il primo disegno di legge per regolamentare criptovalute e ICO fosse stato bocciato dalla duma nel giro di un paio di settimane il testo, riveduto e corretto, sarebbe stato tramutato in legge. In realtà le due settimane sono passate e ancora non provengono notizie dalla Russia relative all’approvazione di una regolamentazione per le criptovalute, il vice ministro ha però di nuovo confermato che sono state prese decisioni ben precise in tal senso e che oramai è solo questione di tempo prima che anche la Russia si doti di un quadro normativo ad hoc per il mercato delle cripto. I russi sono consapevoli degli enormi benefici che il paese potrebbe trarre aprendosi al mondo degli asset crittografici soprattutto per quel che riguarda la possibilità di attrarre capitali esteri, tuttavia sembra che il governo si prenderà tutto il tempo necessario per la creazione di un quadro normativo adeguato a rispettare sia le esigenze del paese sia quelle della nascente industria blockchain. Tornando a libra, per concludere, è necessario ricordare che il primo social russo è VK, non facebook, e che Vkontakte ha bruciato ampiamente sul tempo il social di Zuckerberg realizzando in anticipo la sua piattaforma di pagamento interna (Vkpay) che è già perfettamente operativa (a differenza di libra); inoltre i russi tendono abitualmente a snobbare le piattaforme realizzate in occidente e preferiscono crearne di proprie. Questa tendenza la possiamo notare anche per quanto riguarda il mondo delle cripto con golos, ad esempio, che non è altro che l’equivalente russo di steemit. Anche per questo il governo russo non ha alcun bisogno di bannare libra perché sa benissimo che saranno i russi a snobbare questo strumento orientandosi ai progetti realizzati in patria (come appunto Vkpay); è, in altre parole, impensabile che libra possa prevalere sulla piattaforma di pagamento di Vkontakte in Russia, il governo questo lo sa benissimo e soprattutto per questo non ha alcun bisogno di rendere illegale l’attività della libra association nel paese.

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