Un’ottima notizia per tutti i sostenitori di bitcoin arriva oggi dal Giappone, il noto scambio Coincheck ha infatti aperto una piattaforma di negoziazione OTC (over the counter) Bitcoin che consentirà a tutti i grandi operatori istituzionali di operare con BTC; la notizia è stata diffusa in data odierna dall’edizione giapponese di Cointelegraph e sta facendo rapidamente il giro del mondo. Ma cosa significa questo in soldoni? Semplice, significa che gli investitori istituzionali potranno operare con grandi volumi (50BTC, la bellezza di oltre 200mila dollari) direttamente sulla piattaforma web ospitata sul sito di Coincheck; il mercato, a differenza di quanto accade per i piccoli operatori, sarà aperto solo nei giorni feriali (dal lunedì al venerdì) e solo nella fascia oraria che va dalle dieci del mattino alle quindici. Si tratta di una notizia molto importante perché dimostra in maniera inconfutabile l’enorme interesse che i grandi investitori (fondi, istituzioni, banche, etc) hanno nei confronti delle criptovalute, contrariamente a quello che ancora oggi (soprattutto in Italia) ci tocca leggere sui maggiori giornali mainstream. Il prossimo passaggio importante, arrivati a questo punto, riguarderà l’apertura di nuovi mercati anche per quel che riguarda le principali altcoin, perché in questo momento la possibilità per i grandi player di operare con le criptovalute riguarda solo bitcoin. La decisione di Coincheck di aprire una piattaforma OTC per bitcoin segue a distanza di pochi mesi la scelta fatta da Coinbase che si era mossa in questa direzione già nel novembre del 2018; come spesso succede, però, c’è anche un risvolto negativo a questa notizia (comunque positiva) e riguarda i piccoli trader. Quando una piattaforma di scambio decide di fare tutti i passaggi necessari a diventare un vero e proprio broker legalmente riconosciuto, questo implica inevitabilmente un peggioramento a livello di privacy per gli utenti che usano quella piattaforma e che si vedranno costretti ad inviare i loro documenti per continuare la loro attività, dal momento che per poter operare in maniera legale e riconosciuta in questo settore gli exchange devono ottemperare alle varie norme antiriciclaggio tra le quali la più nota è certamente KYC (acronimo inglese che tradotto in italiano suona come “conosci i tuoi clienti). In ogni caso il fatto che le maggiori piattaforme di scambio si stiano piegando alla regolamentazione ottenendo così la possibilità di aprire il mercato ai grandi operatori istituzionali resta comunque un’ottima notizia, non fosse altro perché l’afflusso di quel tipo di capitali permetterà al mercato delle cripto di crescere e maturare ulteriormente; i piccoli trader che vorranno continuare ad operare garantendosi la massima privacy potranno invece spostarsi (come infatti sta già avvenendo) sui numerosi exchange decentralizzati che ormai stanno diventando sempre più comuni e che hanno visto aumentare in maniera importante sia il loro numero di utenti sia il volume di denaro che transita per le loro piattaforme.
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