Mentre i detrattori si ostinano a parlare di un ban internazionale delle criptovalute ecco che arriva la notizia che uno dei pochi paese che le ha effettivamente vietate ha deciso di revocare questo provvedimento; il governo egiziano aveva imposto il divieto al commercio di cripto nel corso del 2018, in meno di un anno, però, ha già fatto marcia indietro. Andiamo però con ordine e spieghiamo anzi tutto che cosa significa halal; potremmo tradurre, molto semplicemente, questa parola come “conforme alla legge islamica” (la famosa sharia). Non tutti, probabilmente, sono a conoscenza del fatto che l’islam considera immorali gli interessi, è vietato quindi fare denaro col denaro; questo approccio fa si che la finanza nei paesi islamici sia profondamente differente da quella occidentale. Esistono quindi banche che per statuto operano in conformità con quanto previsto dal Corano ed è proprio questo il motivo per cui gli istituti di credito che appartengono al circuito della finanza islamica sono tra i pochi a non aver minimamente avvertito il contraccolpo della crisi dei mutui subprime del 2008 (queste banche, infatti, non operano sul mercato dei derivati). Nel momento in cui l’egitto definisce bitcoin come halal apre sostanzialmente all’uso delle criptovalute nel paese, cosa che probabilmente nei prossimi mesi porterà nuova liquidità sui mercati dato che l’Egitto è un paese densamente popolato (ha quasi centomilioni di abitanti), demograficamente giovane (l’età media nel paese è di 26 anni, in Italia, per intenderci, è di 45 anni) e nel quale la liquidità non manca (con un PIL in crescita al 4,2% nel 2018). Il fatto poi che il paese abbia fatto quest’apertura di credito è un segnale importante anche per l’effetto che potrà avere sugli altri paesi del medio oriente, i quali, pur non avendo posto un divieto esplicito, hanno mostrato una certa resistenza ad aprirsi al mercato delle cripto (anche se con qualche eccezione). Resta da capire quali saranno le conseguenze di questa scelta, se l’Egitto vorrà introdurre un qualche tipo di regolamentazione, se deciderà di investire in questa tecnologia oppure no; il paese infatti sotto il profilo tecnologico è abbastanza all’avanguardia (è stato uno dei primi al mondo a seguire l’onda della rivoluzione di internet negli anni ‘90), per cui se deciderà di investire pesantemente nella tecnologia blockchain c’è da star sicuri che diventerà a stretto giro di posta uno dei principali player internazionali.

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