Il disegno di legge presentato lo scorso 17 Gennaio è stato approvato in prima lettura dal senato delle Hawaii; nel momento in cui la legge entrerà in vigore regolerà la possibilità da parte delle banche di offrire ai propri clienti servizi per la custodia delle criptovalute. Affinché una banca possa operare nell’ambito della custodia di valute virtuali sarà necessario che aderisca a una serie di standard che riguardano sia la contabilità sia la sicurezza IT, nonché conformarsi alle norme antiriciclaggio federali; la medesima legge divide in oltre i vari asset a seconda delle differenti caratteristiche, pur classificandoli tutti come proprietà personali immateriali, infatti, verranno distinti i beni di consumo digitale, dai titoli e dalle criptovalute propriamente dette. In precedenza le Hawaii avevano imposto un quadro normativo particolarmente rigoroso alle aziende attive nel mercato delle criptovalute, inducendo un colosso come Coinbase a sospendere le proprie attività nello stato; adesso, con questa nuova proposta di legge (sempre ammesso che venga approvata) le Hawaii hanno adeguato la propria struttura normativa a quella degli altri stati USA, classificando in maniera chiara i diversi asset digitali.
Per quanto riguarda, invece, la possibilità offerta alle banche di offrire servizi di custodia ai propri clienti, questo renderebbe le Hawaii uno degli stati americani più all’avanguardia, in termini di regolamentazione, per quel che riguarda l’industria crittografica; si tratta, infatti, della prima legge del genere negli Stati Uniti e c’è da giurare che, a stretto giro di posta, sarebbero numerosi gli stati che seguirebbero l’esempio hawaiano. Non è comunque il primo caso, a livello globale, di una legge che permetta alle banche questo genere di attività, prima ancora, ad esempio, ci avevano pensato i tedeschi; sembra quindi che, a livello normativo, stia prendendo piede una nuova tendenza, quella appunto di iniziare ad aprirsi all’industria crittografica permettendo alle banche di erogare servizi di custodia. Una possibilità che, evidentemente, rappresenta un passo in avanti importante per l’adozione di massa alle criptovalute.
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