Le banche italiane investiranno nella tecnologia blockchain, lo conferma l’ABI

La notizia è di inizio mese, pubblicata sul sito ufficiale dell’ABI (associazione bancaria italiana), tuttavia negli ultimi giorni se n’è tornato a parlare sui siti di mezzo mondo perché si sono aggiunte delle novità; andiamo con ordine e diamo anzi tutto un’occhiata al comunicato stampa del 4 giugno pubblicato sul sito dell’ABI. Qui possiamo leggere che ABI Lab, il ramo ricerca dell’associazione, ha iniziato a lavorare sulle possibili applicazioni della blockchain nei processi interbancari; l’idea, più precisamente, è quella di sfruttare le potenzialità della tecnologia DLT come già tante altre banche hanno iniziato a fare da tempo un po’ ovunque nel mondo.

Le banche italiane investono sulla blockchain

Non è quindi un caso, come si legge sul sito, che le banche aderenti all’iniziativa, sotto la guida di Abi Lab, si siano orientate nello scegliere la tecnologia con cui sviluppare questa nuova infrastruttura a “Corda” (sviluppato dal consorzio R3, lo stesso che gestisce ripple), con la collaborazione di Ntt Data per lo sviluppo applicativo e optando per Sia come fornitore di servizi cloud. La sperimentazione raccoglie, allo stato attuale, 14 partner, tra i quali alcune delle maggiori banche del paese come Banca Mediolanum, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banca Sella, BNL e realtà di portata internazionale come Crédit Agricole e il Gruppo BNP Paribas. Ad istituti di dimensioni e rilevanza più modeste (come Banca Popolare di Sondrio, il Credito Emiliano e quello Valtellinese) si aggiungono i più grandi player del mercato nazionale con Intesa Sanpaolo, UBI e Mediobanca.

Sono invece di un paio di giorni fa le ultime notizie che riguardano il nome del programma (Spunta Project) e la data ufficiale di avvio dei primi test (marzo 2020); non molto in più, quindi, rispetto a quanto pubblicato col suo comunicato stampa da ABI ad inizio Giugno, ma abbastanza per riaccendere l’attenzione internazionale su tutti i maggiori siti del settore che, infatti, negli ultimi due giorni hanno offerto una discreta copertura a questa news. Effettivamente rispetto all’annuncio del 4 di Giugno il fatto che il progetto abbia un nome e una data ufficiale di lancio conferisce al tutto un’aura di concretezza che non si era invece ricavata dal comunicato stampa originale.

Adesso, infatti, sappiamo per certo che ABI fa sul serio, che non si tratta solo di grandi annunci ma che c’è un vero progetto, già in stato avanzato di realizzazione, per il quale partiranno i primi test entro il primo trimestre 2020; nonostante il nostro paese sia stato fin qui molto lento ad aprirsi alla sperimentazione di queste nuove tecnologia, soprattutto a differenza dei paesi leader come USA, Cina, Giappone e Corea del Sud, finalmente qualcosa inizia a muoversi proprio all’interno del comparto bancario. La speranza, inevitabilmente, è che queste sperimentazioni possano presto tradursi in un sistema bancario più efficiente nel nostro paese, meno oneroso per i clienti e più trasparente nei suoi rapporti con le istituzioni; che poi sono esattamente gli obiettivi che ABI lab dichiara di voler raggiungere.

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