In un contesto di incertezza economica, chiusure governative e tagli dei tassi in vista, argento, oro e Bitcoin si confermano i protagonisti assoluti come “asset rifugio”, raggiungendo nuovi massimi storici.

Argento vicino ai massimi storici
L’argento (XAG/USD) continua la sua scalata verso nuovi record raggiungendo un massimo storico di 51,24 dollari giovedì 9 ottobre, con una performance del +62% da inizio anno, dunque superiore all’aumento registrato dall’oro. A spingere il metallo grigio è la crescente domanda di asset rifugio, alimentata dalle tensioni fiscali negli Stati Uniti e dalle aspettative di un allentamento monetario da parte della Federal Reserve.
Secondo gli analisti di ING, Ewa Manthey e Warren Patterson, la scarsità di argento disponibile a Londra sta contribuendo al rialzo dei prezzi, anche a causa dei timori legati ai possibili dazi USA, che hanno provocato una corsa alle spedizioni oltreoceano. A confermare la forza del mercato sono anche i forti afflussi negli ETF sull’argento, con oltre 620.000 once aggiunte in tre giorni consecutivi, portando le riserve totali a 822,6 milioni di once.
Il contesto macroeconomico favorisce ulteriormente l’ascesa del metallo, il blocco del governo statunitense ha paralizzato la pubblicazione di dati chiave come i Nonfarm Payrolls di settembre, aumentando il rischio di un rallentamento economico. Di conseguenza, cresce la probabilità di due tagli dei tassi d’interesse entro fine anno, come emerso dai verbali della riunione FOMC di settembre.
Oro sopra i 4.000 dollari: l’ascesa più forte dagli anni ’70
L’oro ha raggiunto un nuovo massimo storico di 4.060 dollari l’oncia nella scorsa settimana, spinto dall’aumento dell’incertezza economica e geopolitica globale. Si tratta del più grande rally dal decennio del 1970, con un incremento di circa il 30% da aprile, quando le tensioni commerciali innescate dai dazi del presidente Trump hanno turbato i mercati globali.
La crisi politica negli Stati Uniti continua a spingere gli investitori verso beni rifugio come l’oro e Bitcoin, oggi noto come oro digitale. Durante lo shutdown del primo mandato di Trump, il metallo giallo guadagnò quasi il 4%, e il pattern sembra ripetersi. Tuttavia, analisti come Christopher Wong (OCBC) avvertono che una risoluzione rapida del blocco potrebbe ridurre il momentum rialzista.
Secondo Heng Koon How di UOB Bank, l’attuale “rally senza precedenti” è sostenuto non solo dagli investitori istituzionali, ma anche da un’ondata di acquisti e dalla debolezza del dollaro. Inoltre, le banche centrali stanno giocando un ruolo chiave nel trend, dal 2022 hanno acquistato oltre 1.000 tonnellate di oro l’anno, più del doppio della media del decennio precedente. Tra i principali acquirenti figurano Polonia, Turchia, India, Azerbaigian e Cina, che stanno diversificando le proprie riserve lontano dai titoli del Tesoro americano.
Bitcoin come “oro digitale”
Mentre oro e argento brillano sui mercati tradizionali, anche Bitcoin ($BTC) consolida il suo status di “oro digitale”. La principale criptovaluta per capitalizzazione di mercato si trova in un trend rialzista dal novembre 2022, data in cui aveva raggiunto un minimo locale di 15.400 dollari, mentre lunedì 6 ottobre ha raggiunto un nuovo massimo storico di 126.230 dollari.
Nel weekend Bitcoin ha subito un forte “flash crash” scendendo da 123.000 dollari a un minimo di 102.000 dollari, prima di rimbalzare agli attuali 111.500 dollari qualche ora dopo. Questo movimento improvviso ha creato ingenti liquidazioni sui mercati, toccando i 19,5 miliardi di dollari. Allo stesso tempo, l’interesse istituzionale continua ad essere molto solito, totalizzando negli ETF spot su BTC afflussi per 5 miliardi di dollari da inizio mese, consolidando Bitcoin come bene rifugio alternativo e strumento di protezione contro l’inflazione e la fragilità del sistema finanziario tradizionale.
Bitcoin Hyper sfida i limiti di Bitcoin
Con investitori istituzionali, retail, aziende e addirittura governi che adottano BTC come riserva di valore, Bitcoin Hyper ($HYPER) emerge come un progetto chiave per aumentare i casi d’uso di BTC.
Si tratta di una Layer2 costruita per Bitcoin, progettata per superare i limiti di velocità e costo che frenano la blockchain originaria. Compatibile con la Solana Virtual Machine (SVM), Bitcoin Hyper combina la solidità e la sicurezza della rete Bitcoin con l’efficienza e la scalabilità del modello di Solana, consentendo transazioni quasi istantanee e commissioni molto ridotte.
Il progetto apre la strada a un ecosistema DeFi e dApp pienamente interoperabile con Bitcoin, permettendo agli utenti di interagire con smart contract, staking, NFT e protocolli della finanza decentralizzata.
Il token nativo $HYPER ha un ruolo centrale nell’ecosistema, viene utilizzato per pagare le commissioni di rete, partecipare alla governance e allo staking con interesse del 51% apy. Con la prevendita in corso al prezzo di 0,013095 dollari per ogni $HYPER e l’ottimo risultato di 23 milioni di dollari già raccolti, Bitcoin Hyper si posiziona come una delle prevendite più interessanti del 2025, con una roadmap chiara e ambiziosa che prevede la quotazione del token sugli exchange e il lancio di un proprio DEX entro fine anno.
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