La camera di commercio maltese implementerà una piattaforma blockchain per la gestione del registro delle imprese

Ad annunciarlo è Silvio Schembri, che ha la mansione di “ministro junior” (probabilmente un incarico paragonabile a quello del nostro sottosegretario) presso il ministero per i servizi finanziari, l’economia digitale e l’innovazione del governo maltese; la camera di commercio del paese utilizzerà una piattaforma blockchain per la gestione del registro delle imprese. Si tratta, secondo quanto affermato dallo stesso Schembri, di un’iniziativa tesa a dare vita alla prima agenzia governativa gestita ed amministrata attraverso una piattaforma che integra intelligenza artificiale e blockchain. L’obiettivo del governo maltese, oltre a diventare un punto di riferimento internazionale per l’industria blockchain, è chiaramente quello di migliorare la qualità del servizio erogato consentendo al contempo ai cittadini di risparmiare tempo grazie alla sburocratizzazione; a completare il quadro di questa importante innovazione per la camera di commercio maltese la possibilità, grazie a questa nuova piattaforma, di erogare nuovi (ma non meglio precisati) servizi all’utenza che ne farà richiesta. Come possiamo constatare, quindi, Malta non si limita agli annunci e ai proclami, ma da seguito alle parole coi fatti e preme con convinzione sul pedale dell’innovazione, diventando, nonostante si tratti di una piccola isola con una piccola economia, un punto d’attrazione di rilevanza mondiale per quanto riguarda lo sviluppo della tecnologia blockchain e le sue più svariate applicazioni; trovo che sia estremamente interessante il modo di governare che possiamo osservare a Malta, ed anche se qualcuno avrà certamente da obiettare che ciò è reso possibile dalle piccole dimensioni, io sono invece moderatamente certo che a monte ci sia proprio una questione di mentalità. Intendiamoci, sicuramente governare un paese di dimensioni ridotte, come Malta, è più facile che governare un grande paese come l’Italia, o la Francia e la Germania, tuttavia i politici maltesi mostrano proprio una mentalità differente nel modo in cui si rapportano all’innovazione; il fatto di essere più aperti, meno spaventati dalle possibili implicazioni, pronti a sfruttare al massimo delle loro potenzialità le nuove tecnologie nella maniera più veloce possibile, senza nulla sacrificare con questo ne all’esigenza di un quadro normativo chiaro e definito ne alla necessità di avviare una discussione inclusiva con tutte le parti sociali, sono tutte qualità che non dipendono dalle dimensioni del paese che si è chiamati a governare. Tutte queste peculiarità, che distinguiamo chiaramente nei politici maltesi, sembrano essere completamente assenti nella nostra classe dirigente (intesa a livello comunitario), che sembra più concentrata nella difesa delle posizioni di rendita che a guidare ed indirizzare sul serio il paese e il continente; un problema, quindi, che non riguarda solo, o meglio non tanto, la politica italiana, ma che riscontriamo tale e quale anche negli altri grandi paesi dell’area UE (ma potremmo spingerci fino ad includere i maggiori paesi del blocco occidentale). Sarà interessante scoprire se tutto questo avrà un impatto degno di una qualche considerazione in futuro e se, in altre parole, il fatto che alcuni paesi stiano prendendo oggi il largo nell’implementare la tecnologia blockchain nelle rispettive società permetterà loro anche di guadagnare un vantaggio competitivo abbastanza considerevole da arrivare ad alterare l’attuale quadro degli equilibri geopolitici o se, invece, tali equilibri finiranno rapidamente per essere ricomposti; indipendentemente da quello che ci riserva il futuro, per concludere, di una cosa possiamo stare certi ed è il fatto che, nei prossimi anni, la tecnologia diventerà sempre più influente a livello globale sotto ogni punto di vista, come già ci dimostrano sempre più casi recenti, dalle scaramucce sul 5G cinese fino ad arrivare a blockchain e criptovalute.

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