Molto spesso, se non si ha una sufficiente formazione, quando ci si confronta con il mondo delle criptovalute, si rischia di annegare in un mare di termini talvolta oscuri sui quali proviamo ora a fare un pò di chiarezza, fornendo dei punti di riferimento, per poi magari approfondirli sul portale valutevirtuali.com.
A per Altcoin
Si tratta di un termine usato per ogni criptovaluta che non sia bitcoin. In effetti la crescente popolarità di bitcoin ha spinto molti imprenditori a generare altre divise digitali alternative con l’obiettivo di andare incontro alla domanda di criptomonete. Alcuni delle altcoin più note sono L’Ethereum, Ripple, Monero.
B per Bitllonaire
Un bitlionairio è chi ha guadagnato capitali imponenti con bitcoin. In particolare chi possiede molti BTC è chiamato “whale” del bitcoin. Sui mercati speculativi questi individui rappresentano una minaccia per gli ultimi arrivati, per il fatto che hanno la capacità di influenzare le quotazioni e poter vendere al prezzo di vendita desiderato.
C per Chain o Blockchain
Nel momento in cui si negozia in criptovalute, le transazioni sono salvate in un registro digitale incorruttibile, ovvero sulla blockchain. Si tratta in sintesi di un’autenticazione informatica delle transazioni senza ricorrere ad un’autorità centrale.
D per Decentralizzazione
Non esiste un controllo centralizzato sulle criptovalute. In pratica le divise digitali consentono di negoziare e trasferire il denaro senza essere controllati da un organo o un ente supervisore. Per quanto il decentramento sia da molti considerato in maniera positiva, altri credono che se ne possa fare un uso distorto da parte di soggetti o gruppi privi di scrupoli.
E per Exchange
Si tratta di piattaforme dove si comprano, vendono o scambiano criptovalute per altre criptovalute o denaro tradizionale. Tra gli exchange più noti ci sono Coinbase e Kraken.
F per Flippening
La parola indica il fatto o meglio l’eventualità in cui una rete di blockchain concorrente come Ethereum sostituisca quella di bitcoin. Il termine è emerso quando sono state introdotte altre criptovalute per contrastare lo strapotere di bitcoin.
G per Gold (oro)
Prima della supervalutazione di bitcoin, era il metallo giallo a rappresentare il bene rifugio per antonomasia, in quanto gli investitori volevano acquisire profitti in maniera pressoché certa dai loro soldi. L’oro tuttavia è una materia prima fisica, soggetta peraltro alla svalutazione. Nello scorso anno vi è stata la tendenza da parte degli investitori, mi riferisco nello specifico al periodo delle tensioni tra gli USA e la Corea del Nord, dove bitcoin ha goduto di un’attenzione particolare da parte dei mercati rispetto all’oro in trend negativo.
H per Hodl
Hodl è l’acronimo di “Hold On for Dear Life” che significa “trattenere quanto più possibile”, e viene usato soprattutto dagli appassionati dei mercati virtuali che decidono di custodire le loro monete invece di negoziarle. Al momento “hodl” vuol dire investire o conservare bitcoin, trattenendo nel proprio portafoglio la moneta anche quando i prezzi crollano.
I per ICO
ICO sta per “Initial coin offerings”, ovvero “offerta di moneta iniziale”, uno strumento di finanziamento che coinvolge le criptovalute. Come in un’offerta pubblica, si ottiene una cripto non regolamentata e di recente creazione in cambio di bitcoin o di altre altcoin di valore. L’esposizione al rischio è notevole, ma se il progetto è valido si può essere ampiamente ripagati.
J per Jamie Dimon
Bitcoin è stato sovente oggetto di aspre critiche, talvolta strumentali a speculazioni di scaltri personaggi della finanza mondiale. Dimon, manager esecutivo della JP Morgan, è stato accusato di abuso di mercato da tanti sostenitori di bitcoin, in quanto il banchiere avrebbe parlato male della criptovaluta causando un crollo del prezzo della moneta, mentre la banca americana avrebbe investito in bitcoin qualche giorno dopo. La JP Morgan seguita tuttora a negare categoricamente ogni coinvolgimento, ma si continua ad indagare.
K per Key (chiave)
Una chiave, o meglio una chiave privata, è lo strumento per accedere alla propria criptovaluta. La Key serve per proteggere il proprio denaro digitale da furti ed attacchi informatici, fornendo un grado di sicurezza ulteriore all’utente.
L per Leverage
Fare trading significa usare la leva finanziaria, il leverage, che consente agli operatori di negoziare grosse somme di denaro con capitale anche molto ridotto. Questa possibilità assai nota nel mercato delle valute tradizionali, il Forex, ha fatto la sua comparsa nel mondo delle monete virtuali. Si tratta di uno strumento che può far guadagnare tanti soldi anche se l’esposizione al rischio del capitale investito sale con l’incremento della leva stessa.
M per Mining
E’ un’attività nata come l’hobby di pionieri in grado di guadagnare denaro extra utilizzando obsoleti computer che giravano sotto Windows Vista per l’elaborazione e la certificazione delle prime transazioni di bitcoin sulla blockchain. Successivamente il passatempo si è trasformato in terreno di affari di consorzi ben organizzati situati nella Cina rurale e nella Russia orientale. Attualmente se non si possiede una potenza mostruosa di calcolo, generata prevalentemente dalle grandi aziende informatiche che hanno investito nel settore, è impossibile produrre qualsivoglia forma di profitto.
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