ICO, cosa sono e perchè tutti ne parlano.

Il termine ICO, ovvero Initial Coin Offering, è sempre più sulla bocca di tutti, specialmente quando viene data la notizia di qualche startup che in poche settimane raccoglie decine di milioni di dollari di finanziamenti, ma di cosa si tratta di preciso e quali step sono da seguire nel caso ci si voglia investire in una ICO di successo?

Cos’è una ICO

Innanzitutto per ICO si intende una modalità di raccolta di capitali per aziende o startup dove, a fronte di un pagamento (tipicamente da effettuare in Bitcoin o Ethereum), si riceve un token di una nuova criptovaluta legata ai servizi che l’azienda vuole finanziare.

Ad esempio, un’azienda vuole finanziare lo sviluppo di alcuni giochi per cellulari con acquisti in-app effettuati tramite una nuova criptovaluta e chiede i soldi tramite una ICO. I partecipanti che credono al progetto possono comprare in anticipo questi token, nella speranza che poi, a progetto ultimato, questi valgano molto più di quanto sono stati pagati in precedenza.

I motivi di tutta questa hype attorno alle ICO si capisce proprio dall’esempio appena fatto: innanzitutto per le aziende diventa un potentissimo mezzo di raccolta fondi (spesso si raccolgono decide di milioni di dollari), senza che questo però accada a scapito di quote proprietarie, come avviene per i venture capital tradizionali che, a fronte di un investimento, chiedono appunto di diventare soci e di avere potere decisionale in azienda.

Dall’altro canto, le persone comuni hanno a disposizione un mezzo per investire anche piccole cifre, senza bisogno di intermendiari, in progetti di cui possono studiarsi tutti i dettagli dai relativi siti e, con la scelta giusta, avere anche dei ritorni importanti nel caso di progetti seri e affidabili.

Su questo punto però bisogna prestare molta attenzione, dato che ad oggi molti dei progetti finanziati finiscono nel nulla, per cui bisogna sempre accertarsi, nei limiti del possibile, sulla serietà del team e in ogni caso investire solo soldi che si è disposti a perdere.

Quali sono quindi i punti chiave per giudicare una ICO?

Innanzitutto, la prima cosa fondamentale è capire il progetto sottostante, ovvero cosa verrà creato o costruito con i soldi che verranno ricevuti, studiare il business model e ragionare sulla sua potenziale profittabilità. Ad esempio ci sono diverse ICO che, grazie ai fondi ricevuti, mirano a costruire delle farm per il mining di Bitcoin nei posti più disparati della terra, retrocedendo ai finanziatori parte delle revenues generate dalla vendita dei Bitcoin minati.

Se si ha la convinzione che il prezzo del Bitcoin possa salire ancora di molto, potrebbe trattarsi di un buon affare, ma se invece pensiamo che il prezzo del BTC scenderà e rimarrà basso a lungo, potrebbe non valerne la pena.

Un’altra pagina che non dovrebbe mancare in ogni sito internet di una ICO è quella con la timeline di progetto: in che tempi ne è prevista la realizzazione, in che date arriveranno i token, dopo quanto tempo il progetto genererà utili? Tutte domande che devono assolutamente trovare una risposta.

Oltre a tutto questo, deve esserci sempre un whitepaper, che descriva in maniera esaustiva tutto il funzionamento dal punto di vista tecnico dell’implementazione sulla blockchain effettuata, le regole degli eventuali smart contract coinvolti nel processo, il piano di mining della valuta e quanta se ne potrò produrre al massimo.

Ultima pagina ma non meno importante è quella del team: probabilmente, a meno che non siano coinvolte delle “celebrità” del mondo delle criptovalute, vedremo nomi e cognomi di persone che non ci dicono molto ma è importante notare sia il numero e lo status sociale degli advisor che seguono il progetto, per capire chi sta aiutando l’azienda ad avvicinarsi ai propri obiettivi.

Inoltre, la presenza dei link dei profili dei vari social network, Linkedin in primis, per tuti i membri del team aziendale è segno di trasparenza e conviene semrpe agganciare sui social, oltre che sull’eventaule canale telegram dedicato, i membri del team, per avere notizie di “prima mano”.

In buona sostanza, come per ogni altro investimento, bisogna studiare e in particolare bisogna essere quanto più certi che il team sia serio, il progetto solido e con basi economiche sensate, solo dopo aver effettuato questi studi, eventualmente investire, senza dimenticare mai la cautela.

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