La Emirates Integrated Telecommunications Company è il secondo operatore telefonico del paese ed ha appena ufficialmente ricevuto (con un comunicato stampa di oggi) il sostegno del governo per la creazione di un nuovo servizio su piattaforma Blockchain (BPaas) per l’offerta di hosting privati basati su cloud e compatibili con Ethereum. Gli emirati arabi hanno avviato da tempo un programma che punta ad ammodernare tutta l’infrastruttura di servizi del paese usando le nuove tecnologie, tra cui appunto la principale è proprio la catena di blocchi, ed hanno creato un’agenzia ad hoc che prende il nome di “SmartDubai”. L’orizzonte temporale entro cui tale trasformazione epocale del paese dovrebbe essere conclusa (o almeno fortemente avviata) è il 2021, per cui non parliamo ne di fantascienza ne di un ipotetico futuro lontano, si tratta di una serie di innovazioni che saranno implementate nel giro di due anni e che rappresentano un’occasione unica (anche per altri paesi) di misurare concretamente la portata rivoluzionaria della tecnologia blockchain per quel che concerne la pubblica amministrazione.
Gli Emirati Arabi investono sul blockchain
Ovviamente SmartDubai si muove su un terreno molto più largo, che non riguarda solo la tecnologia blockchain ma anche altre innovazioni, ugualmente dirompenti, costruite sfruttando IOT e AI; particolarmente interessante sarà poi il modo in cui le varie infrastrutture, costruite per sfruttare le differenti tecnologie, verranno messe in comunicazione tra di loro e integrate. Sappiamo bene infatti che IOT e blockchain sono due tecnologie che vanno a braccetto e che lo stesso vale per l’intelligenza artificiale. Dubai rappresenta quindi un laboratorio estremamente interessante per quel che riguarda lo sviluppo di servizi pubblici per mezzo di queste tecnologie e gli emirati arabi saranno probabilmente uno dei primissimi paesi al mondo in cui sarà possibile misurare concretamente l’impatto sulla vita delle persone di questo genere di tecnologie. Wesam Lootah, AD di SmartDubai, si dichiara orgoglioso del ruolo che stanno avendo nel processo di ammodernamento del paese e rimarca come gli emirati arabi siano stati tra i primissimi paesi al mondo a spingere pesantemente verso l’adozione di massa della tecnologia blockchain per mezzo di servizi pensati per snellire e ottimizzare i processi interni alla pubblica amministrazione.
Mentre quindi nel resto del mondo non si contano più i paesi che stanno usando al meglio delle loro capacità i nuovi strumenti tecnologici per snellire la burocrazia e semplificare la vita dei cittadini, in Europa siamo ancora in alto mare e in Italia siamo costretti ancora a recarci fisicamente presso l’ufficio pubblico di turno per la richiesta di qualunque tipo di documento; intanto i costi crescono invece di contrarsi, la lentezza della burocrazia, associata agli alti costi di gestione, penalizza pesantemente le imprese e si traduce in un ulteriore costo a cui dover far fronte, la recessione torna a mordere e la nostra classe dirigente sembra non avere (sia a livello comunitario che a livello nazionale) la minima idea di come far fronte a questi problemi. Insomma, non ci resta che trasferirci tutti a Dubai.
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