I volumi giornalieri registrati dalla piattaforma bakkt hanno registrato un nuovo massimo storico; a confermarlo è la piattaforma stessa che annuncia via twitter il nuovo record pari a 1756 contratti negoziati (poco meno di 16mln di dollari, alle quotazioni attuali); la cosa particolarmente interessante è che solo il giorno precedente i volumi sono stati la metà e che il nuovo record è arrivato in concomitanza con un tonfo dei prezzi. Questo dimostra come il mercato abbia una grande fiducia nei confronti di BTC e che sfrutta la caduta del prezzo per accumulare nuovi bitcoin; nonostante la debolezza mostrata di recente dalla moneta creata da Satoshi, quindi, la fiducia rimane alta e gli investitori dimostrano di non curarsi delle oscillazioni del prezzo nel breve periodo. Per quanto riguarda bakkt, invece, dopo il flop iniziale, che aveva provocato il pesante dump di settembre, i volumi stanno crescendo in maniera importante mese dopo mese; se consideriamo che ci stiamo avvicinando al prossimo halving di bitcoin e che il dimezzamento della ricompensa per i miners arriverà in concomitanza col consolidamento di bakkt, l’effetto che il crollo della supply circolante potrebbe avere sul prezzo potrebbe essere molto violento. L’effetto scarsità, in altre parole, potrebbe scaraventare le quotazioni alle stelle, portando nuovamente bitcoin a segnare un nuovo massimo storico. Bisogna però ricordare che molti analisti ed esperti di mining hanno segnalato che l’effetto dell’halving sul prezzo di bitcoin questa volta potrebbe essere meno forte rispetto a quanto siamo stati abituati a vedere fino ad oggi; intanto sui mercati aumenta la pressione ribassista e iniziano a circolare diverse analisi che riportano come BTC sia entrato in un nuovo trend bearish, cosa che potrebbe rappresentare un grosso problema per tutto il mercato, soprattutto alla luce dei bassi volumi raccolti dalle altcoin che non riescono più a staccarsi dai minimi nelle quotazioni. Recentemente il CEO di ripple, Brad Garlinghouse, ha dichiarato pubblicamente di essere convinto che il grosso delle altcoin sia destinato a morire, perché serve sostanzialmente a nulla, e che solo l’1% delle monete in circolazione sopravviverà alla prova del tempo; se questo dovesse accadere tutta la liquidità che oggi si concentra nelle altcoin si riverserebbe su bitcoin, aumentandone la dominanza e favorendo la crescita del prezzo. Personalmente non saprei dire se la previsione di Garlinghouse, che poi coincide con la visione dei massimalisti bitcoin, sia corretta; prevedere che molte altcoin spariranno nel giro dei prossimi anni è abbastanza facile, da qui a dire che solo l’1% sopravviverà ce ne passa. In ogni caso solo il tempo ci dirà come andranno le cose e probabilmente i prossimi 5/10 anni si riveleranno cruciali per la crescita del mercato e saranno anche quelli in cui assisteremo all’affermarsi definitivo della cripto-economia.
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