Quella del 7 dicembre era una data cerchiata in rosso sul calendario perché, come avevamo avuto già modo di spiegare, proprio nella giornata di sabato scorso era previsto l’hard fork di ethereum, il primo di una serie di passaggi che traghetterà la moneta creata da Vitalik Buterin dal protocollo di consenso POW attualmente impiegato dalla rete a un nuovo protocollo POS di cui si parla da anni; lo scopo di questa operazione, chiaramente, è di aumentare la scalabilità della rete e, almeno così si dice in giro, scongiurare il rischio di accentramento di potere di calcolo che caratterizza le reti POW. Purtroppo, come chi ci segue abitualmente sa benissimo, anche i protocolli di consenso POS sono soggetti all’accentramento minerario, in questo genere di sistemi, infatti, gli stakeholder più ricchi sono anche quelli che gestiscono i nodi più influenti della rete, in compenso effettivamente un protocollo POS risulta più scalabile e più sostenibile in termini di consumi energetici. Non solo, il passaggio (che avverrà in futuro) a un protocollo di consenso POS da parte di ethereum renderà tutto l’hardware attualmente usato dai minatori sostanzialmente inutile, il che significa che probabilmente sul mercato inizieranno a piovere GPU usate a prezzi stracciati, favorendo da un lato il crollo della domanda e dall’altro l’impennata dell’offerta, con conseguente crollo dei prezzi delle schede grafiche; chi invece aveva, in maniera poco lungimirante, acquistato un ASIC per minare ethereum di recente rischia di finire in perdita e non riuscire a rientrare dei costi perché questi dispositivi sono destinati a diventare sostanzialmente inutili.
Detto questo torniamo al nostro hard fork, Istanbul, come accennato, ha avuto un ampio e diffuso supporto da parte di tutti i nodi della rete e le operazioni sono filate lisce come l’olio, cosa che comunque non è mai così scontata quando si parla di eseguire un aggiornamento del genere. Ampio il supporto anche da parte degli exchange, con diversi scambi di criptovalute, citiamo ad esempio binance, che hanno deciso di aggiornarsi qualche giorno in anticipo rispetto alla data prevista; se, quindi, Binance aveva già annunciato il supporto per l’aggiornamento il 5 dicembre, Coinbase ha già provveduto, nella giornata di ieri, a confermare che i depositi e i prelievi di Ethereum ed ERC20 sono nuovamente operativi dopo essere stati sospesi per l’aggiornamento del nodo. Stessa cosa anche per le principali piattaforme di scambio a livello globale con Bitfinex, Kraken e Poloniex che hanno tutti completato per tempo e con successo l’aggiornamento richiesto dalla rete. Insomma, possiamo dire che Istanbul ha visto l’adozione diffusa da parte della comunità e che non ci sono state segnalazioni rilevanti di problemi di sorta; il primo step del passaggio verso il protocollo POS è stato completato con successo, la situazione continuerà ad evolvere nei prossimi mesi e vedremo se con questo cambiamento ethereum riuscirà a riprendersi un po’ di quella centralità che sembrava aver perduto.
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