Mentre le vicende di WLFI e ABTC mostrano tutta la volatilità e i rischi legati ai progetti crypto associati alla famiglia Trump, il dato più evidente è l’incredibile aumento del loro patrimonio, cresciuto di 1,3 miliardi di dollari.
Maggiori dubbi emergono dopo il blocco dei WLFI
In seguito ai dubbi scatenati sulla mancata trasparenza e affidabilità del token WLFI, World Liberty Financial ha difeso il congelamento di centinaia di wallet, incluso quello del popolare crypto miliardario Justin Sun, affermando che si è trattato di una misura di sicurezza mirata a proteggere gli utenti da phishing e compromissioni, non di limitare le attività legittime.
Dai dati on-chain emerge che le operazioni di Sun, circa 50 milioni di token trasferiti, sono avvenute dopo il crollo di prezzo, e quindi non ne sono state la causa, come confermato anche da diverse analisi indipendenti.
In realtà, il tonfo di WLFI è stato causato da una massiccia operazione di selling orchestrata da market maker e desk di trading, un trasferimento rilevante di token da BitGo a Flowdesk e da qui agli exchange avrebbe infatti innescato la caduta della quotazione.
L’esordio di ABTC e WLFI
La famiglia Trump ha visto la propria ricchezza crescere di 1,3 miliardi di dollari in una sola settimana, grazie al debutto sul mercato di due progetti crypto legati al loro nome, American Bitcoin (ABTC) e World Liberty Financial (WLFI). Il contributo principale è arrivato da WLFI, che ha incrementato il patrimonio della famiglia di circa 670 milioni di dollari, mentre la quota di Eric Trump in ABTC, da lui co-fondato, ha superato i 500 milioni di dollari.
Il debutto non è stato privo di scossoni, le azioni di ABTC, dopo la fusione con Gryphon Digital Mining, sono schizzate a 14 dollari per poi crollare del 50% a circa 7,36 dollari, con più interruzioni di scambio per eccessiva volatilità. Parallelamente, i token WLFI hanno vissuto un’impennata iniziale fino a 0,34 dollari seguita da un calo del 40% che li ha portati ad un valore attuale di 0,21 dollari.
Il patrimonio della famiglia e i token ancora in lock-up
Escludendo i 4 miliardi di dollari in token WLFI ancora soggetti a lock-up, la fortuna della famiglia Trump è ora stimata di circa 7,7 miliardi di dollari. Questo boom di ricchezza ha acceso i riflettori sul rapporto diretto della famiglia presidenziale con l’industria crypto, segnando una svolta rispetto alle politiche anti-crypto delle amministrazioni precedenti.
Tuttavia, il coinvolgimento così profondo di un presidente in carica e dei suoi familiari in asset digitali ha sollevato critiche da parte dei Democratici, che vedono nella situazione un potenziale conflitto di interessi, specie considerando l’influenza del governo sugli organi regolatori.
Trump Media punta sul token CRO con Crypto.com
Parallelamente, Trump Media & Technology Group (DJT) ha chiuso un accordo strategico con l’exchange Crypto.com per l’acquisto di 684,4 milioni di token Cronos (CRO), pari a circa il 2% della supply circolante, in un’operazione dal valore di 178 milioni di dollari basata per metà su cash e per metà su azioni.
L’intesa non si limita all’acquisto, CRO verrà integrato all’interno delle piattaforme Truth Social e Truth+ come sistema di ricompense, sfruttando l’infrastruttura wallet di Crypto.com. Le due aziende hanno anche avviato una collaborazione più ampia, con l’obiettivo di creare una digital asset treasury company focalizzata su CRO.
Secondo il CEO Devin Nunes, l’accordo mira a rafforzare il ruolo di CRO come strumento versatile di pagamento e trasferimento di valore. Dal lato di Crypto.com, il cofondatore Kris Marszalek ha sottolineato che questa è solo la prima tappa di un percorso volto a portare nuova utilità e valore al token CRO, che nell’ultimo mese ha visto un rialzo del 57,4% con un valore di 0,25 dollari per token.
Pepenode: un nuovo modello di prevendita con vantaggi
Accanto alle polemiche legate ai progetti crypto dei Trump, emerge l’interesse verso nuovi progetti DeFi come Pepenode, un progetto che rivoluziona il concetto di prevendita con un approccio mine-to-earn.
Gli utenti acquistano Miner Nodes all’interno di un server virtuale personalizzabile e possono potenziare la propria hashpower tramite upgrade progressivi. Ogni upgrade comporta il burning del 70% dei token spesi, creando un ciclo di scarsità e pressione deflazionistica che valorizza l’ecosistema nel tempo.
Svikuppato su Ethereum con il token $PEPENODE (supply totale: 210 miliardi), il progetto integra smart contract per mining, staking, referral e burning, insieme a una dashboard in tempo reale che permette di monitorare i guadagni. Il token è disponibile in prevendita a un costo di 0,0010491 dollari, con 900.000 dollari già raccolti.
Meccanismi come il referral al 2%, i bonus in meme coin e una roadmap che prevede tornei di mining e campagne marketing con influencer, rafforzano ulteriormente l’attrattiva della piattaforma.
Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento.
Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa
scritti direttamente dai nostri Clienti.
I lettori sono tenuti pertanto a effettuare le proprie ricerche per verificare l’aggiornamento dei dati.
Questo sito NON è responsabile, direttamente o indirettamente, per qualsivoglia danno o perdita, reale o presunta,
causata dall'utilizzo di qualunque contenuto o servizio menzionato sul sito https://valutevirtuali.com.
