L’agenzia delle entrate di Singapore (IRAS) ha in cantiere un disegno di legge che consentirà di esentare l’IVA dalle transazioni in criptovaluta che fungono come mezzo di scambio; precisiamo, a scanso di equivoci, che l’IVA è l’equivalente italiano della tassa sui beni e servizi (GST) ma il funzionamento delle due imposte è sostanzialmente simile. La notizia ha iniziato a circolare oggi, dopo che venerdì 5 Luglio l’IRAS ha pubblicato una bozza sulle E-Tax dalla quale si evince la volontà di esentare i token di pagamento digitali dai costi della GST al fine di creare un quadro normativo che rispecchi meglio le reali caratteristiche di questi strumenti; tale bozza è comunque ancora in fase di stesura e che il Ministero delle Finanze terrà una consultazione pubblica entro il prossimo 26 luglio per definire i vari emendamenti che andranno a regolare il mercato dei token di pagamento digitali. In linea di massima attualmente le caratteristiche che i vari strumenti devono possedere per essere definiti “token di pagamento digitali”, secondo quello che diventerà il nuovo ordinamento a Singapore per le criptovalute, sono:
- Essere espressi come unità
- Il poter essere usati come alternativa al denaro (essere cioè, in gergo giuridico, fungibile)
- Non essere ancorati ad alcuna valuta fiat
- Poter essere trasferiti e archiviati elettronicamente
- Essere accettati come mezzo di scambio senza alcuna restrizione sostanziale sul loro uso come corrispettivo
Tutte le maggiori monete del mercato (a partire da Bitcoin, passando per Ethereum e fino ad arrivare a Litecoin, per fare degli esempi) finirebbero inevitabilmente con l’essere conformi a queste caratteristiche è ricadrebbero quindi sotto l’ombrello della nuova normativa, godendo dell’esenzione. Particolarmente interessante, poi, l’argomentazione fornita dall’ IRAS per giustificare la propria volontà di porre fine alle passività GST sulle criptovalute; secondo l’IRAS, infatti, questo nuovo quadro normativo nasce per seguire lo sviluppo e la crescita a livello mondiale dello spazio crittografico che ha già portato diverse giurisdizioni a rivedere le proprie posizioni. Questo non fa che ribadire, contrariamente a quanto leggiamo sui giornali mainstream, come i maggiori governi del mondo siano ormai orientati a sdoganare l’uso delle criptovalute come vera e propria moneta e siano ormai ben consapevoli che la diffusione di questa tecnologia rappresenta ormai qualcosa di inevitabile. L’attuale quadro normativo finisce, a detta della stessa IRAS, per generare un paradosso dal momento che, secondo le leggi attualmente in vigore, l’uso di questi strumenti, essendo equiparati a una fornitura di servizi tassabile, genera inevitabilmente una doppia tassazione ogni volta che vengono utilizzati come forma di pagamento; se acquistassi un’automobile, ad esempio, pagandola in litecoin io mi troverei a pagare la GST per l’acquisto dell’auto e il concessionario si vedrebbe addebitata la medesima tassa per il fatto di essere entrato in possesso delle monete che ho usato per effettuare l’acquisto.
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