Criptovalute: nuovi guai per Zuckerberg, tra fughe di notizie e ripensamenti il progetto libra nelle sabbie mobili

Lo diciamo praticamente dal giorno in cui il progetto è stato presentato, un white paper non fa una criptovaluta esattamente come un abito non fa il monaco; mentre tutti i maggiori media, nazionali e non, sono caduti nell’errore di pensare che una volta presentato il progetto fosse solo questione di tempo per il suo lancio effettivo, noi di ValuteVirtuali ci siamo ostinati a ripetere che le cose non sono affatto così scontate e adesso, più il tempo passa e più sembra volerci dare ragione. In questi giorni, intanto, è trapelato un audio riservato di una riunione aziendale che ha suscitato un polverone enorme; negli USA, infatti, i democratici progettano di mettere finalmente mano alle leggi antitrust per dare finalmente una “regolata” a Zuckerberg e lui, molto ingenuamente, ha pensato bene di mettersi a sbraitare nel corso di una riunione che veniva registrata a sua insaputa e i cui audio sono stati fatti circolare dal sito The Verge.

Nuovi guai per Zuckerberg

Il ragazzetto, a quanto pare, deve aver fatto così tanti soldi da aver perso il contatto con la realtà, non conosce nemmeno l’ambiente in cui opera e non sembra rendersi conto che, per questioni di mentalità, molti dei suoi dipendenti (soprattutto tra gli sviluppatori) pur lavorando per lui chiaramente non vedono di buon occhio l’azienda. Insomma, c’era da aspettarsi una cosa del genere, ma probabilmente Zuck è così abituato ad essere circondato da persone che gli stendono i tappeti rossi da non rendersi più conto di quanto astio abbia costruito intorno a se in questi anni.

Di conseguenza è più che naturale che aziende ben più accorte nel gestire i propri affari come Visa, Mastercard, PayPal ed altri colossi che sono entrati nella libra association, stiano iniziando a pensare di aver fatto un grosso errore a mettersi in mano a questo ragazzotto celebrato dai media di tutto il mondo come una specie di nuovo Steve Jobs quando poi, a conti fatti, l’unica cosa che ha in comune con l’inventore di Apple è il conto in banca. Ecco quindi che, come riferito da Bloomberg in un articolo pubblicato oggi, quegli stessi colossi sembra che stiano iniziando a ripensarci, una voce di corridoio che circola ormai da settimane e nella quale deve inevitabilmente esserci un fondo di verità. Bloomberg, infatti, scrive, nel suo articolo di oggi che:

“I dirigenti delle società di pagamento credono che Facebook abbia superato la misura in cui i regolatori erano a proprio agio con il progetto e sono preoccupati della percezione che il social network non si sia comportato in modo responsabile in altre aree”

L’articolo cita anche Stripe, tra gli altri, che però si è precipitata a negare quanto ricostruito da Bloomberg, affermando che nulla è cambiato nel suo coinvolgimento con libra. Visa, Mastercard e Paypal, invece, si sono limitate a tacere; come abbiamo già scritto in altri articoli aziende di quella portata hanno solo da perderci nel mischiarsi con un’azienda così chiacchierata come Facebook, cosa che chiaramente a qualcuno, nell’organigramma aziendale, non potrà che apparire un suicidio sia dal punto di vista dell’appeal verso i consumatori sia per quanto riguarda il rischio che si deteriorino rapporti istituzionali che hanno richiesto decenni per essere consolidati.

Zuckerberg, infatti, gode di pessima nomea sia a livello di consumatori (ho perso il conto delle campagne di boicottaggio lanciate negli ultimi anni) sia a livello governativo; se fino adesso è riuscito a resistere agli innumerevoli scandali che l’hanno coinvolto, ma non senza uscirne con le sembianze di un pugile suonato, il ragazzo sembra non aver compreso che in questo momento il suo ruolo è simile a quello di un elefante in una cristalleria ed invece di tenere un profilo basso e tentare di recuperare ha pensato bene di calare l’asso e lanciare libra, complicando ulteriormente la sua situazione e attirandosi le ire dei dem che adesso vogliono scagliargli contro quel kraken che è l’antitrust che in passato ha fatto a pezzi aziende ben più rilevanti della sua (ne sa qualcosa Bill Gates); in tutto questo ad ogni giorno che passa il lancio di libra pare allontanarsi invece che avvicinarsi, come l’articolo di oggi di Bloomberg certifica ulteriormente.

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