Sin dalla scorsa primavera, nel momento in cui è parso evidente a tutti che bitcoin era finalmente uscito dalla spirale ribassista che ha caratterizzato tutto il 2018, la comunità si è messa in attesa di quel fenomeno noto col termine “altseason” che identifica null’altro che l’esplosione di una forte volatilità rialzista sul mercato delle altcoin. Tale ipotesi, in questi mesi, è stata suffragata con diversi argomenti, tutti abbastanza validi, ma a questo giro di giostra i trader non solo sono rimasti a bocca asciutta ma coloro che si sono intestarditi ad holdare ad oltranza (come il sottoscritto) hanno accumulato perdite da far tremare i polsi in questi ultimi mesi.
Il fenomeno dell’altseason
Questo, comprensibilmente, ha fomentato le ironie dei massimalisti che, come loro solito, hanno iniziato a fare terrorismo psicologico sui social affermando che la fine del mercato delle alt è ormai prossima e che tutte le monete che non sono bitcoin si apprestano ad essere azzerate; abbiamo già parlato spesso di quanto deleteria sia per la comunità la logica massimalista, quindi eviterò in questa sede di ritornare sull’argomento. Occupiamo invece di questa fantomatica altseason della quale, negli ultimi giorni, molti appassionati sono tornati a parlare; prima però devo premettere che personalmente nutro una certa perplessità relativamente a certe correlazioni, di cui pure parleremo da qui in avanti, che, come mi piace dire, si rivelano valide fino a prova contraria il che implica, inevitabilmente, che nel momento in cui smettono di funzionare lasciano in braghe di tela tutti coloro che ci avevano scommesso sopra. Partiamo quindi dal concetto di “dominanza” ovvero sia dal peso che bitcoin ha rispetto alla capitalizzazione del mercato; in questo momento la dominanza ha toccato il livello del 70% il che significa che la sola capitalizzazione di bitcoin vale il 70% di tutto il mercato delle cripto.
Storicamente questo si è sempre rivelato un livello cruciale perché proprio quando la dominanza di bitcoin ha raggiunto tali livelli in passato è sempre partita un’altseason. Sarà così anche questa volta? Nessuno, in realtà, può dirlo, ma molti trader, almeno stando a quanto emerge dall’analisi del sentiment online, sembrano pronti a scommetterci. Ovviamente c’è anche chi la vede in maniera diametralmente opposta, Anthony Pompliano, ad esempio, ha scritto pubblicamente di ritenere che quasi tutte le alt finiranno con l’avere valore pari a zero nel momento in cui, a causa della bassa liquidità che sono capaci di raccogliere, finiranno cancellate dalle piattaforme di scambio (cosa che in misura molto inferiore a quanto previsto da Pompliano; in effetti i delisting da parte degli exchange si sono susseguiti con una certa regolarità nel corso di questo 2019, ma si tratta comunque (almeno per ora) di un fenomeno decisamente ridotto rispetto allo scenario semi-apocalittico disegnato da “Pomp”. La questione è difficile da definire attualmente dal momento che vediamo segnali contrastanti sul mercato delle alt in questo momento; da un lato molte altcoin sembrano essere finalmente pronte per uscire dalle rispettive tendenze ribassiste, dall’altro i volumi continuano a ristagnare e con questa bassa liquidità diventa difficile ipotizzare che possa partire una nuova altseason.
Esistono, per concludere, motivazioni valide che possono essere addotte sia per dimostrare che siamo in prossimità di un’altseason sia per dimostrare che, al contrario, in realtà il mercato delle alt sta andando a schiantarsi; penso quindi, e per concludere, che abbiano poco senso certe discussioni fiume alle quali sto assistendo online negli ultimi giorni, l’unica cosa che possiamo fare è attendere e verificare se la correlazione tra altseason e dominanza bitcoin verrà confermata ancora una volta (come io chiaramente mi auguro) o se, invece, questa si rivelerà la volta in cui tale correlazione smetterà di funzionare.
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