Criptovalute: adesso è ufficiale, PayPal ha lasciato la libra association

Che sarebbe successo noi l’abbiamo scritto prima di chiunque altro, senza nemmeno bisogno che iniziassero a circolare voci, già qualche settimana dopo la presentazione del progetto abbiamo iniziato a scrivere che molto probabilmente libra sarebbe rimasta solo su carta e che c’erano ostacoli così impegnativi da superare che era impossibile ipotizzare che venissero superati nel giro di pochi mesi. Negli ultimi giorni hanno iniziato a circolare voci sulla possibilità che aziende di primo rilievo abbandonassero la libra association, del resto come avevamo avuto modo di spiegare era difficile credere che società come Visa, Mastercard, etc mettessero a repentaglio la propria credibilità per correre dietro ai sogni di gloria di Zuckerberg; adesso la prima defezione è ufficiale, PayPal ha ufficialmente abbandonato la libra association. A riferirlo è cointelegraph, che ha contattato l’azienda per avere chiarimenti dopo che il Financial Time aveva reso pubblico che PayPal aveva mancato l’ultimo incontro coi fondatori; come si può leggere oggi dal noto sito statunitense, infatti, il portavoce dell’azienda, interpellato sulle ultimi voci di corridoio, ha dichiarato che:

“Il lavoro fatto da libra fino ad oggi non è sufficiente per PayPal, sosterremo comunque le aspirazioni di libra e non vediamo l’ora di proseguire il dialogo su come lavorare insieme in futuro. Facebook è stato un partner strategico di lunga data e stimato per noi, e continueremo a collaborare e supportare Facebook a vari livelli”

Chiaramente il portavoce di PayPal, quando afferma che non si è fatto abbastanza, non allude a questioni tecniche o tecnologiche, ma agli aspetti normativi; tutte le obiezioni sollevate dai regolatori di mezzo mondo sono state semplicemente ignorante e chiaramente PayPal sa bene che non è questo il modo di procedere per dare vita a un nuovo progetto. Intanto ormai è diventato di dominio pubblico che anche Visa e Mastercard iniziano a nutrire i primi seri dubbi sull’utilità di legarsi a un progetto che rischia di minare in maniera irreversibile la loro credibilità a livello internazionale e sinceramente pare solo questione di tempo prima che anche i due colossi del denaro di plastica decidano di sfilarsi dal progetto. Alla luce di tutto questo ci sono estremi per mettere in dubbio anche la qualità del management dal momento che proprio qualche giorno fa David Marcus, a capo di Calibra, aveva dichiarato di essere completamente all’oscuro del fatto che il progetto rischiasse di subire le prime, importanti, defezioni; di tutti i modi in cui poteva gestire la questione questo è chiaramente il peggiore possibile. Non è così che si può dare vita a un progetto, ignorando le richieste di governi e istituzioni, facendo orecchie da mercante quando i regolamentatori ti chiedono chiarimenti, facendo finta di cadere dal pero quando un’azienda della portata di PayPal si sfila dal progetto. Se a tutto questo aggiungiamo che quasi nessuno ormai si fida di Facebook, continuamente al centro delle polemiche per l’uso sbarazzino (quando non direttamente illecito) che viene fatto dei dati sensibili degli utenti, appare chiaro che libra è un progetto nato morto e che qualora anche si riuscisse ad arrivare all’emissione della moneta non riuscirebbe mai ad imporsi su un mercato che è estremamente competitivo, per certi versi immensamente di più di quello dei social. Per altro facebook dovrebbe preoccuparsi che il governo americano gli scateni contro il kraken dell’antitrust (che in passato ha fatto a pezzi aziende ben più importanti, citiamo solo microsoft ad esempio) e dell’assedio di nuovi, agguerriti social che le stanno rosicchiando lentamente, ma inesorabilmente, utenti. Il castello di carte creato da Zuckerberg è fragile ed inizia a mostrare le prime crepe, il piccolo Mark non sembra rendersene conto e continua a fare tutti i passi sbagliati in maniera sistematica; ben presto anche chi ha investito in azioni facebook inizierà a capirlo e a quel punto il crollo sarà sostanzialmente inevitabile, facebook allora raccoglierà l’eredità di myspace e a ricordarsi di questo social, tra qualche anno, saranno solo gli addetti ai lavori.

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